Coronavirus

Ieri altri 12mila casi. Il Veneto va in giallo

Crescono i nuovi casi, anche se più lentamente. Ieri sono stati 12.712, con un tasso di positività al 4%

Ieri altri 12mila casi. Il Veneto va in giallo

Crescono i nuovi casi, anche se più lentamente. Ieri sono stati 12.712, con un tasso di positività al 4%. Ma salgono i ricoveri (+19%) e i decessi, che ieri sono stati 98. Alcune regioni si avvicinano al cambio di colore. Non solo Liguria e Trentino Alto Adige, ma anche Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Marche e Lazio.

Se il quadro epidemiologico continuerà a peggiorare, già lunedì 20 dicembre potrebbero scattare i primi passaggi nell'area di maggiori restrizioni. In Veneto il governatore Luca Zaia non è ottimista: «Siamo appesi al dato di occupazione dell'area medica. Siamo in una tipica fase acuta e non vi è sentore di un'inversione di tendenza», ha detto nel corso del consueto punto stampa sull'andamento della pandemia. A Natale e Capodanno, dunque, in tutte le regioni che saranno retrocesse bisognerà indossare la mascherina all'aperto e saranno vietate le tavolate nei ristoranti al chiuso, dove ci si potrà sedere al massimo in quattro. Nessun coprifuoco e spostamenti liberi. Anche se a breve, almeno in Veneto, potrebbe arrivare un'ulteriore stretta: «Se si continua a crescere ci avvicineremo all'arancione», dice Zaia. Al momento il peggio non sembra però all'orizzonte: «Ad oggi non ci sono prospettive negli algoritmi di zona rossa. Se il punto sono le vacanze di Natale, prenotate senza problemi», ha aggiunto. Dopo aver sfondato quota 4mila casi in un giorno lo scorso sabato, ieri in Veneto i nuovi contagi sono stati 2.096, ma il lunedì i numeri sono sempre più bassi perché la domenica si fanno meno tamponi. «Abbiamo superato la soglia di allerta con due parametri su tre: l'incidenza dei contagi, con 450 positivi su 100mila abitanti, e l'occupazione delle terapie intensive al 12,8%. Siamo appesi a un filo con l'area medica, occupata al 13,7%: ci manca pochissimo per arrivare al limite», spiega il governatore. «Siamo preoccupati - aggiunge - per il fatto che la pressione ospedaliera si fa sentire.

Il Covid è un paziente complicato che prevede team di cure impegnativi e sforzi ospedalieri e di cura importanti».

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