L'esplosione è avvenuta nella zona di Rachaprasong, nel centro della capitale thailandese, Bangkok. Si è subito pensato alla bomba. Terribile scena di sangue: diversi morti e feriti per le strade. L'incrocio dell'esplosione è stato per almeno due mesi il quartier generale delle camicie rosse durante le proteste del 2010. Al momento dello scoppio era l'ora di punta, pomeriggio. Un grande botto che ha provocato sgomento e preoccupazione nell'intero Paese.
In pochi minuti i primi numeri sulle vittime, tra cui turisti stranieri; e la Farnesina subito al lavoro per fare verifiche. «È di almeno 15 morti e 80 feriti il bilancio provvisorio», così diffondeva la notizia la tv thailandese. Poi il bilancio sembrava essere arrivato a quota 27, ma la polizia ha rivisto al «ribasso» le cifre, riferendo di 19 morti e 123 feriti (l'ambasciata di Pechino ha confermato che due cinesi sono rimasti uccisi e altri 15 feriti). Le vittime sono in grande maggioranza thailandesi; i feriti sono stati portati in 14 diversi ospedali della capitale.
Già in serata gli inquirenti tracciavano il quadro della situazione: l'esplosione è stata causata da un ordigno contenente cinque chili di tritolo. «Quello che posso dire finora è che si è trattato di un'esplosione che ha coinvolto una moto-bomba», ha affermato il vice capo della polizia nazionale. Pare che un ordigno fosse nascosto sotto una panchina all'esterno del santuario Erawan, visitato da decine di persone. Fonti non confermate hanno riferito anche che i militari, dopo aver disinnescato un altro ordigno, avrebbero trovato una terza bomba inesplosa.
I responsabili dell'ordigno a Bangkok «intendevano distruggere l'economia e il settore turistico», ha dichiarato il ministro degli esteri thailandese Prawit Wonsuwan. E si è subito riunito il Consiglio Nazionale per la Pace e l'Ordine, il consiglio della giunta militare guidato dal primo ministro thailandese, Prayut Chanocha.
L'attentato è il più grave in Thailandia dal colpo di Stato militare del maggio 2014. Il governo militare thailandese ha lanciato un appello alla calma dopo l'esplosione a Bangkok, smentendo le voci di proclamazione dello stato di emergenza e chiusura per oggi di scuole e uffici. «Chiedo a tutti di mantenere la calma e di non diffondere voci che possano causare confusione nel Paese», ha detto il portavoce del governo Winthai Suvari, sottolineando che «ora le autorità hanno tutto sotto controllo». L'esplosione è avvenuta attorno alle 19, ora locale. Testimonianze di terrore.
«Ho visto scene orrende dopo che l'onda d'urto non mi ha centrato per poco - ha raccontato Marco R., un turista italiano di 31 anni -: gente che piangeva sotto choc, persone sbudellate, un tentativo vano di rianimare una persona gravemente ferita, era come se gli fosse passato sopra un gigante. Per il timore di un'altra bomba, sono presto fuggito anch'io».
Il luogo dell'attentato rimane chiuso al pubblico e le forze di sicurezza stanno esaminando altri luoghi simbolo della
capitale. L'incrocio di Rajprasong è un luogo dove si sono svolte molte delle proteste degli ultimi anni. L'anno scorso vi furono delle bombe nel vicino shopping mall di Siam Paragon, ma i colpevoli non sono stati individuati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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