Bombe anti Lega: sono marocchini

Presi i responsabili dell'attentato nel Salernitano il 6 gennaio. Per il Pd erano botti

Bombe anti Lega: sono marocchini

Vediamo un po' se ora il Pd ha ancora il coraggio di parlare di bravata. Quando sono le loro sedi ad essere attaccate, la matrice terroristica è assicurata. Ma se si tratta delle sedi degli avversari politici allora non c'è mai nulla di cui preoccuparsi. E, invece, sì.

I responsabili che domenica 6 gennaio fecero saltare in aria il portone d'ingresso della sede della Lega di San Valentino Torio, in provincia di Salerno (l'ordigno venne legato all'inferriata del portone in ferro: solo per una fortunata coincidenza, al momento della deflagrazione, all'interno non c'era nessuno), hanno un nome e un cognome. Secondo i pm della procura di Nocera Inferiore si tratta di due immigrati marocchini Abderrahim S. (41 anni) e di Moktar J. (37 anni), iscritti nel registro degli indagati per detenzione di esplosivi.

«Le intimidazioni non ci fermano, ma ci rafforzano», disse il vicecoordinatore regionale del partito, Mariano Falcone. «La Lega non si fa intimidire: gli atti in stile camorristico non ci fanno paura né ci zittiranno», commentò il coordinatore regionale Gianluca Cantalamessa. E gli attacchi contro le sedi della Lega sono quotidiani, non solo nel Salernitano. In tutto il Paese sta dilagando il clima d'odio nei confronti del leader del Carroccio. Solitamente sono gli anarchici e i no global a colpire, ma la procura di Nocera Inferiore ha messo gli occhi, per la prima volta, su questi due immigrati che abitano a Striano (Napoli) e a Sarno (Salerno). I loro appartamenti sono stati perquisiti dai carabinieri: a inchiodarli le immagini del circuito comunale di videosorveglianza. Proprio quelle stesse scene che quelli del Pd derubricarono a petardi di Capodanno. Tra quelli che sottovalutarono la gravità dell'accaduto c'era il sindaco di San Valentino Torio, il dem Michele Strianese, che aveva parlato degli attentatori come di «due giovani che, dopo aver lasciato a terra un botto di Natale, passeggiano tranquilli nel pomeriggio domenicale».

L'inchiesta della Procura di Nocera Inferiore ha dimostrato l'esatto contrario rilanciando l'emergenza delle contestazioni violente contro la Lega. Contestazioni che sono ormai all'ordine del giorno.

«Chi cerca di sminuire queste cose rischia di comportarsi come chi, negli anni Settanta, definiva come ragazzate certi episodi», commenta Falcone.

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