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"Bonaccini ideale per la ricostruzione. Il governatore conosce il territorio"

Il presidente della Regione Sicilia: "Di fronte all'emergenza nessuna pregiudiziale politica. Affidare il ruolo a chi conosce la burocrazia"

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Presidente Schifani, il governo avanza delle riserve sulla candidatura di Stefano Bonaccini a commissario per l'emergenza alluvione. È d'accordo?

«Secondo me dinanzi a interventi emergenziali come quelli da affrontare ora non può esistere una pregiudiziale di carattere politico. Mi auguro non si proceda in questo percorso di inserire le critiche politiche quando c'è da lavorare tutti assieme».

Non è un aggravio di compiti e responsabilità?

«Faccio il presidente di Regione da pochi mesi ma sto per essere investito del ruolo di commissario straordinario sia per la Palermo-Catania e con ogni probabilità anche per il depuratore di Siracusa. Sono ruoli che pur costituendo un grande impegno è meglio affidare ai presidenti di Regione perché questi hanno un controllo burocratico ed amministrativo diretto del territorio.

Quindi in casi come questo il governatore è il profilo ideale?

«Certo. Perché può avere quella marcia in più rispetto a un estraneo al territorio interessato all'intervento, garantendo una più veloce funzionalità e capacità decisionale».

Il veto su Bonaccini è frutto anche di un'opinione diffusa che riguarda la mancata opera di manutenzione del territorio da parte di chi da anni gestisce la Regione.

«Ci sarà tempo per queste censure e queste valutazioni. Credo che ora sia il momento del sacrificio sul territorio e dell'impegno. Lo dimostra anche la visita della Meloni nelle terre alluvionate. Non una passerella, bensì l'esigenza di toccare con mano la reale portata dell'evento drammatico. In momenti del genere il governatore deve essere esentato da critiche sulla gestione del passato. Ogni cosa a suo tempo».

Serve però ricavare una lezione da eventi di questa portata. Non crede che i colleghi governatori che oggi difendono Bonaccini dovrebbero impegnarsi fin da subito per mettere il territorio in sicurezza da simili calamità?

«La sua domanda cade a pennello. Sto lavorando, e l'ho già annunciato, a un grande piano di intervento su più anni di bonifica del letto dei fiumi e rafforzamento degli argini di tutta l'orografia siciliana. E con i fondi regionali sto pensando anche a un grande piano idrogeologico che possa mettere in sicurezza le parti finora trascurate. Ci vorranno alcuni anni ma l'importante è partire. Anche perché queste bombe d'acqua non attengono più al tema della straordinarietà. E la politica deve adeguarsi con risposte all'altezza».

A proposito della Palermo-Catania, il ponte dello Stretto farà da stimolo sul rafforzamento della viabilità siciliana?

«Il ponte sarà uno stimolatore di crescita perché porterà alle esigenze di collegamento di tutta la rete viaria accessoria al ponte. Dall'altro lato determinerà un aumento del Pil. È di tutta evidenza che non ci si dovrà fermare al Ponte. Mi occuperò della media e alta velocità ferroviaria.

A breve incontrerò i vertici di Rfi per lavorare al progetto dell'alta velocità Palermo-Messina».

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