Bonafede sfida Salvini: "Bisogna dare la cittadinanza a Ramy"

Pure il ministro della Giustizia scende in campo: "Lo ius soli non c'entra". Si profilano nuove tensioni nella maggioranza

Bonafede sfida Salvini: "Bisogna dare la cittadinanza a Ramy"

Dopo Luigi Di Maio, scende in campo Alfonso Bonafede. Nonostante il Viminale abbia chiesto cautela prima di concedere la cittadinanza italiana a Ramy, il 13enne che insieme ad altri compagni di classe ha telefonatao ai carabinieri contribuendo così a sventare il folle piano di Ousseynou Sy di lanciare uno scuolabus incendiato contro l'aeroporto do Linate, il Guardasigilli ha invitato Matteo Salvini a "dare subito la cittadinanza al ragazzino". Si profila quindi un nuovo braccio di ferro all'interno della maggioranza. Dal momento che, se concessa al ragazzini, la cittadinanza verrebbe estesa anche ai genitori, il leader del Carroccio vuole vederci chiaro prima di consegnarla. E il vederci chiaro significa controllare che nessuno abbia precedenti penali.

Si infiamma il dibattito sullo ius soli. "Ramy si fida di Di Maio. Io mi fido della legge, io devo rispettare la legge e farla rispettare". Salvini non è disposto a mollare di un millimetro. Un conto è l'euforia del momento, un altro il rispetto della legge. E il numero uno del Viminale non intende passarci oltre solo per accontentare l'opinione pubblica. Per questo chiede maggiore cautela prima di consegnare la cittadinanza italiana al ragazzino. "Sono contento che non ci siano morti e feriti grazie a lui, agli altri ragazzi e ai carabinieri", spiega nella speranza che "il ragazzino (Ramy, ndr) non venga usato come paladino della sinistra". Eppure anche all'interno del governo c'è chi vuole assecondare la richiesta del padre del giovane. Tra questi, oltre a Di Maio, c'è appunto Bonafede. "È giusto riconoscere per meriti eccezionali la cittadinanza al giovane che ha evitato che ci potesse essere una tragedia con 51 giovani vittime", spiega il ministro della Giustizia ai microfoni di Circo Massimo. "Rispetto il ruolo e le competenze di ogni ministero, il ministro dell'Interno fa le sue valutazioni - aggiunge - ma questa spinta di emozione positiva la dobbiamo avere. Come si è compatti nel piangere e affrontare una tragedia, c'è un momento in cui si deve essere compatti nel gioire per una tragedia evitata e dare un riconoscimento a un ragazzino".

L'incontro al Viminale con Ramy ci sarà, ma a telecamere spente. "Perché - assicura Salvini - di fare Carramba che sorpresa o il Fabio Fazio di turno a suon di milioni non mi interessa". Gli uffici del ministero stanno facendo gli approfondimenti sulla famiglia del 13enne e proprio da questi potrebbero arrivare dei rallentamenti. "A stasera, purtroppo, non ci sono gli elementi per concedere la cittadinanza a Ramy. E mi piacerebbe moltissimo", ha detto ieri il leader del Carroccio. Anche se ha assicurato: "Non vedo l'ora di incontrarlo e abbracciarlo. Mi piacerebbe molto dargli la cittadinanza, ma stiamo facendo tutti approfondimenti del caso, che ovviamente non riguardano la storia di un ragazzino di 13 anni...

ma se gliela concedo, devo avere la matematica certezza che la cittadinanza non vada a persone con precedenti penaali. Cosa si capisce da questo?". La frase sibillina di Salvini fa capire come le verifiche siano ancora in corso.

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