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Bonomi apre un nuovo fronte con il sindacato: "I salari siano collegati ai risultati aziendali"

Confindustria spinge per una nuova contrattazione. Chiusura della Cgil

Bonomi apre un nuovo fronte con il sindacato: "I salari siano collegati ai risultati aziendali"

«Non dobbiamo permettere che le aspettative inflazionistiche si stabilizzino o che i salari abbiano un effetto inflazionistico». Il presidente della Bce, Christine Lagarde, in un'intervista concessa al quotidiano croato Jutarnji List in occasione dell'ingresso di Zagabria nella moneta unica, ha esternato le proprie preoccupazione circa una scarsa tenuta della moderazione salariale nei prossimi mesi. Un timore fondato se si considera che i previsti prossimi rialzi dei tassi di interesse potrebbero sviluppare tensioni inflattive dal lato delle retribuzioni in seguito a un'ulteriore perdita di potere d'acquisto.

Il tema dei salari potrebbe diventare fondamentale nell'anno che è appena iniziato. Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in un'intervista al Messaggero ha, infatti, modificato l'ordine delle priorità per l'associazione degli imprenditori. Pur ribadendo la necessità di un taglio drastico del cuneo fiscale, ha messo in evidenza un tema che negli ultimi tempi era passato in secondo piano. «Il lavoro non è più il vecchio scambio fordista tra orario e salario. È un'attività che va misurata sul risultato, a prescindere dal luogo in cui lo si presta e dall'orario», ha detto e, pur affermando che «il contratto nazionale di lavoro resta un presidio virtuoso per i minimi salariali e i diritti del lavoratore», ha rilevato come «i nuovi profili tecnici del lavoro oggi non si trovano nelle vecchie tabelle d'inquadramento nazionale di ogni settore».

Insomma, secondo Bonomi, «serve un balzo in avanti della diffusione dei contratti integrativi aziendali: è lì che si decide la retribuzione ottimale per qualifiche, la metrica della produttività premiata, il welfare aziendale». A queste nuove dinamiche si dovrebbe accompagnare anche «un salario commisurato anche ai reali costi territoriali: il costo della vita a Milano non è quello di altre città», ma mentre «nel sindacato aziendale questa consapevolezza c'è, a livello nazionale politica e parte del sindacato ancora non lo capiscono», ha concluso il numero uno di Confindustria.

Tra stretta sui tassi della Bce e spinta alla contrattazione aziendale (vecchio caposaldo delle politiche di welfare dei governi Berlusconi; ndr) con una commisurazione delle retribuzioni alle performance e alle singole realtà territoriali, si rischia l'apertura di un nuovo fronte di conflitto con il sindacato. Basti pensare che il primo messaggio dell'anno del segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, è stato di tutt'altro tenore. «Anziché intervenire sugli extraprofitti e redistribuirli sulle persone, c'è chi pensa che bisogna cancellare il reddito di cittadinanza o forme di tutela per chi sta peggio», ha dichiarato.

Non sembrano esserci molti margini per una mediazione.

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