Chiara CampoMilano La Cina non è mai stata così vicina (alle primarie del Pd). Per tutto il week end gli elettori del centrosinistra scelgono il candidato sindaco per Milano, ma già ieri si sono già accese polemiche per i troppi cinesi in fila ai seggi.Sembra una fotocopia del caso Liguria: il candidato alle regionali Sergio Cofferati un anno fa denunciò brogli («un voto inquinato da marocchini e cinesi») e rifiutò l'esito a favore della renziana Raffaella Paita. La storia sembra ripetersi, per tutta la giornata c'è stato un clima di sospetti e accuse dirette ai sostenitori di Giuseppe Sala. I quattro in corsa a Milano - la vicesindaco Francesca Balzani supportata da Pisapia e Sel, il commissario Expo dai renziani, l'assessore Pierfrancesco Majorino e l'outsider Antonio Iannetta - hanno votato tutti ieri mattina. Sala, residente in centro, ha dovuto attendere 40 minuti in coda. Anche lì, elettori con gli occhi a mandorla. «Sono anche loro milanesi, se vincerò spero che entro la fine del mio mandato non verranno più chiamati immigrati ma italiani, sono parte della popolazione». Dovrebbe avere il dente avvelenato: giorni fa ha ammesso che dei crediti milionari che la società Expo deve ancora riscuotere all'estero, la quota maggiore (e ad alto rischio) riguarda proprio la Cina. Ma qui sembra avere molti fan. In qualche negozio della Chinatown milanese ieri venivano mostrati facsimile della scheda elettorale con la croce sul nome Sala («ci hanno detto che è buono per noi cinesi»). Nel quartiere è stato allestito anche un gazebo per dare informazioni sul voto, all'inizio con i manifesti dei candidati (con una sproporzione pro Sala), poi dopo le prime proteste al comitato dei garanti sono spariti. In zona Isola, stesso tifo per Mr. Expo: alcuni cinesi a domanda negano di essere elettori Pd «siamo qui per votare Sala, tutti i cinesi votano Sala». In viale Monza viene allontanato un orientale che distribuisce ai connazionali in fila il «santino» con il nome di Mr. Expo. Si creano momenti di tensione nel pomeriggio quando arrivano a gruppi e vogliono compilare collettivamente i moduli. Un rappresentante di lista riferisce che «c'erano persone che indirizzavano i votanti cinesi, gente portata qui in maniera evidentemente organizzata. Abbiamo visto una donna con una busta che conteneva passaporti e permessi di soggiorno. Movimenti che non si capivano». Viene convocato il segretario milanese del Pd, il renziano Pietro Bussolati, che difende la correttezza delle operazioni: «La comunità cinese ha espresso la volontà di partecipare alle primarie, proprio Sel aveva chiesto di aprire il voto agli immigrati e ora non comprendo le proteste». Matteo Salvini della Lega ha commentato: «Che pena, povera Milano e povera sinistra!».
In serata Sel ha provato a gettare acqua sul fuoco ma le comunità straniere di Milano sono intervenute parlando di pregiudizi. L'affluenza ieri è stata di 7.750 elettori (il Pd ne attende almeno 67mila), il 4% stranieri. I seggi rimarranno aperti oggi dalle 8 alle 20.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.