Diceva il vecchio saggio: se la gente avesse da lavorare, non perderebbe tempo per allarmarsi inutilmente. E quale allarme più insensatamente inutile di due boom causati dal passaggio di due eurofighter (una specie di Formula Uno dei cieli) che, dopo aver rotto il muro del suono, hanno finito col rompere ben altro.
In pochi minuti dal doppio boato, il giallo dell'«esplosione sonica» era bello è risulto: tutto normale, niente di pericoloso o preoccupante. A parte lo choc acustico paragonabile a quello del solito automobilista deficiente che, in coda al semaforo rosso, ti strombazza alle spalle appena scatta il verde. Insomma, roba che dà fastidio, ma non rappresenta certo un gran problema. Al contrario nella nostra Repubblica - che invece di fondarsi sul lavoro pare fondata sull'allarme - ecco scoppiare l'emergenza «cono di Mach» (che non è una variante del cono Algida ma il boato generato dalle onde d'urto create da un oggetto che si muove con velocità superiore alla velocità del suono). Esattamente ciò che è accaduto con i nostri due caccia, che hanno scatenato una rimbambente caccia a chi la sparava più grossa: «È un'attentato»; «No, è un terremoto»; «Macché, è la fine del mondo». Risultato: scuole chiuse, saracinesche di negozi abbassate, fuggi fuggi dai bar e, soprattutto, dai posti di lavoro. Hai voglia a ripetere: «Tranquilli! È solo il rumore di due aerei...». Niente, «emergenza sonica» doveva essere e «sonic boom» è stata. Con effetti tragicomici. Nella laboriosa Lombardia e nell'ancor più laborioso Canton Ticino è scattato il coprifuoco. Roba che neppure se l'Italia avesse dichiarato guerra alla Svizzera, o viceversa. Ma che la cosa fosse una bufala, si è capito col successivo bombardamento di burle social che hanno tirato in ballo presunte «bombe» lanciate da noti personaggi dello spettacolo e della politica. C'è stato anche chi ha ricordato come la vicenda non rappresenti un inedito per i cieli della regione. Infatti, anche nel 2016 furono registrati due potenti rombi nella zona del lago di Verbania e in quella circostanza le «esplosioni» si sentirono fino al novarese. Esattamente come accaduto ieri, anche in quell'occasione si scoprì subito che i responsabili erano due caccia elvetici in missione di pattugliamento.
Ma neppure il tempo di riprenderci dall'ultimo «bang supersonico», ed ecco che l'Italia già si appresta a vivere un'altra stressantissima emergenza. Ci riferiamo dell'arrivo dell'ora legale che scatterà domenica notte (bisognerà spostare l'orologio un'ora avanti). Un trucchetto che - pare - faccia risparmiare moltissimi soldi, grazie ai minori consumi energetici.
Ma che - pare - abbia pesanti controindicazioni sulla salute: insonnia, irritabilità, ansia, problemi cardiaci». Occhio dunque all'orologio: la nuova emergenza si chiama «legal watch boom». Si salvi chi può. Non c'è tempo da perdere.
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