Boom di negozi che vendono marijuana "Qui fanno la fila anche gli ottantenni"

Sono 422 i «grow shop» spuntati in Italia per un giro d'affari di 40 miliardi

Boom di negozi che vendono marijuana "Qui fanno la fila anche  gli ottantenni"

Un barattolino da un grammo e mezzo di cannabis light costa dai 20 ai 25 euro. Un kit con terriccio, due semi e vasetto, circa 40 euro. Servono dieci euro per la tisana rilassante. «Vengono a comprarla anche gli ottantenni» scherza Sergio di un grow shop di Milano, uno dei punti vendita dove è possibile acquistare infiorescenze di cannabis light, semi, tutto l'occorrente per la coltivazione della marijuana fai-da-te e oltre 80 ottanta articoli alimentari dal sapore di marijuana.

È un mondo tutto da scoprire quella cannabis light, cioè l'erba legale con il cannabidiolo (Cbd), un cannabinoide non psicoattivo che favorisce il rilassamento ed è usato nella cura dei disturbi del sonno. Ma trovare un negozio con la foglia verde sull'insegna non è così difficile visto che ormai sono spuntati ben 422 grow shop in Italia. In Lombardia se ne contano ben 70, in Emilia 54, in Piemonte 34, in Veneto 31. Dal 2005 la crescita è stata del 300 per cento. Numeri che continuano a crescere di settimana in settimana. Il mercato «tira», i proprietari dei negozi ammettono di vendere bene, la clientela si allarga e il giro di affari nazionale supera i 40 milioni di euro. In sei mesi sono state acquistate 15 tonnellate di fiore di canapa da 80 aziende agricole, poi rivendute in barattoli da 5 grammi: oltre 125mila tra smart shop ed erboristerie.

E siamo all'inizio. «Se il Parlamento si decidesse a chiarire alcuni aspetti sull'utilizzo della cannabis la gente avrebbe meno timori ad entrare e comprare sia semi che cannabis spiega Sergio -. Ora vendiamo in un contesto ambiguo nonostante i prodotti non superino il limite di Thc fissato dalla legge e le colture rispettino le regole agro-industriali».

Siamo davanti al solito compromesso all'italiana dove tutto è ammesso... anche se è vietato. Spieghiamo. Le foglie di canapa light, quella con un principio attivo minimo che non supera lo 0,6 è stata legalizzata dalla legge del 2016, e quindi può essere venduta ma solo «ad uso tecnico». In sostanza non si può utilizzare perché «non adatta alla combustione». I semi, invece, che per legge non possono essere piantanti, sono venduti «per collezione». Ma nonostante il grande pasticcio del legislatore, il mercato prolifera. Nel negozio «Domani smetto» in Toscana si sono specializzati in attrezzi per il giardinaggio fai-da te. Terriccio, vasetti semi di qualità. «I semi non contengono principio attivo e quindi si possono vendere ma coltivarli no spia Gianni - questo è ancora illegale. I nostri clienti sono tutti adulti, sopra i trent'anni che sanno cosa vogliono». Anche Sergio aggiunge che a Milano sono i giovani adulti ad acquistare: «Ma il problema è che si viaggia sull'ambiguità».

E forse proprio per mancanza di chiarezza che qualche negozio viene messo alla berlina. Come è accaduto a Venezia dove il Cannabis store, marchio olandese, è sbarcato con la sua prima rivendita e ha suscitato un vespaio di polemiche.

Ma il Crea di Rovigo,

l'ente di ricerca per le colture industriali avverte: gli studi dimostrano che l'aumento del consumo di canapa light comporta una significativa erosione (circa un terzo) della «quota di mercato» nelle mani delle narco-mafie.

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