Il boomerang del taglio dei seggi

Con l'arma del referendum il Pd tiene sotto scacco premier e M5s

Il boomerang del taglio dei seggi

Il Pd tiene in pugno l'arma del referendum sul taglio dei parlamentari contro Conte e il M5s. Il 12 gennaio 2020 la riforma che riduce di più di un terzo (345) i seggi tra Camera e Senato diventa legge: la richiesta del referendum confermativo potrebbe far slittare l'entrata in vigore del taglio. Aprendo una finestra sul voto anticipato con vecchia legge elettorale e senza riduzione dei seggi. L'ipotesi è molto concreta: mancano le firme di quattro senatori per far scattare la consultazione popolare. Nei fatti ne manca una di firma: tre senatori del Pd hanno fatto sapere di essere pronti a sottoscrivere la richiesta di referendum.

Ma sul taglio dei parlamentari si sta giocando un'altra partita. Tutta nel campo della maggioranza giallorossa. Tra Pd, Conte e 5 Stelle. E dagli esiti imprevedibili. Al Nazareno, Zingaretti e i suoi vogliono usare l'arma del referendum, che potrebbe accelerare la corsa al voto, per tenere sotto scacco Conte e i grillini. I dem minacciano di non bloccare i quattro senatori che sono pronti a chiedere il referendum. A quel punto, la riforma sarebbe congelata. Un arco di tempo nel quale si potrebbe ridare la parola agli elettori per eleggere un Parlamento senza taglio. Scenario che terrorizza Luigi Di Maio, che perderebbe leadership, e i 5 Stelle, che vedrebbero ridotta la forza parlamentare. Incassato il via libera alla manovra, Zingaretti, Bettini, Orlando e Franceschini chiederanno una verifica di governo, mettendo sul tavolo la pistola del referendum. Una mossa per alzare la posta nelle trattative sui vari dossier: autonomie, prescrizione, legge Fornero, decreti sicurezza. Prendere o lasciare: Zingaretti andrà da Conte con l'ultimatum. Su almeno due punti, il Pd minaccia lo strappo: lo stop alla riforma Bonafede che cancella, dopo il primo grado di giudizio, la prescrizione, e la revisione dei decreti sicurezza. Nel M5s l'aria è tesa: l'entrata in vigore della riforma potrebbe mettere in cassaforte la legislatura, fermando la fuga di parlamentari verso il centrodestra. Ma il pericolo è però dietro l'angolo: in caso di via libera al referendum, con lo scenario di un voto anticipato, l'emorragia potrebbe essere incontenibile. Il Movimento rischierebbe l'estinzione. La mossa del Pd è stata accolta a Palazzo Chigi con grande nervosismo. L'allarme è scattato. Il premier sta preparando le contromosse. L'avvocato del popolo ha ripreso i colloqui con gruppi di parlamentari responsabili per puntellare la maggioranza.

E poi sempre lo staff del premier ha fatto circolare il sondaggio Ipsos sul gradimento di Conte, che supererebbe gli altri leader. Una strategia per blindare la candidatura del capo del governo, in caso di elezioni anticipate, alla guida del centrosinistra.

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