«Borsellino faccia la fine del papà» Una telefonata inchioda Crocetta

Sull'«Espresso» un'intercettazione tra il governatore e il suo medico che si scaglia contro l'assessore figlia del pm ucciso dalla mafia . E il presidente, in lacrime, si autosospende

I l telefono, la tua fine. Così forse per Rosario Crocetta. Nel momento più difficile del governo regionale siciliano ad aggravare il quadro spunta fuori una intercettazione che coinvolge il presidente della regione Rosario Crocetta e che rischia di far cadere l'esecutivo regionale, già travolto da deficit di bilancio e fuga di assessori. In una intercettazione, pubblicata ieri dal settimanale l'Espresso , Matteo Tutino, primario di chirurgia a Villa Sofia e medico personale dello stesso Crocetta, si rivolgeva in questi termini su Lucia Borsellino, fino a poche settimane fa assessore alla Salute, e soprattutto figlia del giudice Paolo, ucciso da Cosa Nostra: «Lucia Borsellino deve fare la fine di suo padre». Dall'altro capo del telefono, secondo quanto riportato dal settimanale, c'era proprio Crocetta che alle terribili parole di Tutino è rimasto in silenzio.

La mancata indignazione di Crocetta a quelle parole ha provocato le reazione di tutto l'arco parlamentare. Al punto da far intervenire perfino Sergio Mattarella che ha telefonato a Lucia Borsellino esprimendo «solidarietà». Seguito a ruota da una telefonata del presidente del Consiglio che all'ex assessore alla Sanità ha mandato un abbraccio di solidarietà. I vertici dello Stato, di fatto, aggiungono credibilità alle rivelazioni del settimanale.

E così un profluvio di dichiarazioni dello stesso tono e contenuto accompagnano la giornata politica di tutti i partiti. L'azzurra Mara Carfagna spara a zero sul presidente del Consiglio: «Matteo Renzi dovrebbe pretendere immediatamente le dimissioni di Rosario Crocetta, presidente della Regione Sicilia eletto in quota Pd, l'auto-sospensione immediata è ridicola». Le fa eco Giorgia Meloni (Fdi): «Noi il 19 luglio, giorno in cui ricorre la strage di via D'Amelio, come ogni anno saremo a Palermo per la tradizionale fiaccolata in ricordo del giudice Borsellino e della sua scorta e speriamo che per quella occasione Crocetta si sia già dimesso».

Per tutta la mattinata in Transatlantico si susseguono colloqui fra i parlamentari siciliani e il segretario regionale del Pd, Fausto Raciti, il quale per più di mezz'ora si intrattiene a colloquio con il presidente del Pd, Matteo Orfini. A un certo punto sembra che il dado sia tratto. Crocetta si «autosospende» (un'istituzione che lo Statuto regionale siciliano non prevede e che comunque non formalizza) e affida l'interim al democrat Baldo Gucciardi, chiamato a sostituire martedì proprio Lucia Borsellino, una nomina politica che già ieri era stata interpretata come un commissariamento.

Nella Capitale, nonostante il gesto di «responsabilità» di Crocetta, si diffonde la voce che per Renzi non sia sufficiente l'autosospensione. A farlo intendere è un tweet del fedelissimo Davide Faraone: «Inevitabili le dimissioni Crocetta e nuove elezioni. Quelle parole su Lucia Borsellino sono una vergogna inaccettabile». Ma quando sembra che stia per saltare il tavolo, e che le elezioni siano dietro l'angolo, da Palermo giungono altre novità.

Il procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi, in una conferenza stampa convocata d'urgenza, smentisce la notizia diffusa da L'Espresso : «In particolare nell'ambito del procedimento (nel quale è stata emessa ordinanza di arresti domiciliari nei confronti di Tutino) non risulta trascritta alcuna telefonata tra Tutino e Crocetta del tenore sopra indicato». In realtà in serata emerge che il quotidiano La Sicilia aveva già pubblicato lo stesso stralcio 15 giorni fa. Subito dopo la smentita il Nazareno preferisce prendere tempo e smorzare le polemiche. Orfini, fermato in Transatlantico, non si sbilancia: «È ancora presto, la Procura ha appena smentito».

Il caso costringe il segretario regionale Raciti a volare in Sicilia per un caminetto urgente con i vertici del Nazareno dell'isola «perché dobbiamo approfondire la questione». Ma l'Espresso conferma tutto: «Ribadiamo quanto pubblicato su Crocetta, è un atto secretato». Sullo sfondo resta il fatto che per il governatore sono momenti difficilissimi.

Tra i parlamentari chi ha avuto modo di sentirlo parla di un uomo distrutto, «non fa altro che piangere», «di un uomo - continua il racconto - che preferisce restare solo». Ma, nonostante la smentita della Procura, Crocetta non ha ricevuto solidarietà dal suo partito. Segno di un'esperienza, quella del «rivoluzionario» Crocetta, sempre più vicina alla conclusione.

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