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Bossi protegge il suo amico leghista Fontana e convince i nordisti a non candidarsi contro

La lealtà del "Senatùr" e i veti di Calenda fermano i progetti dei ribelli

Bossi protegge il suo amico leghista Fontana e convince i nordisti a non candidarsi contro

Milano. I bossiani tornano a casa. I consiglieri regionali del Comitato del nord (ex leghisti) non correranno contro il centrodestra in Lombardia. Non correranno proprio perché Umberto Bossi li ha richiamati all'ordine, trattenendoli in qualche modo all'interno della coalizione in cui sono sempre stati, quella che sostiene Attilio Fontana.

Finisce così, per ora, una vicenda che ha molto appassionato gli addetti ai lavori, alimentando i gossip politici nei giorni scorsi, quando sembrava che il drappello dei nordisti, ormai ostili a Matteo Salvini, potesse sostenere la candidatura di Letizia Moratti, la ex vicepresidente della Regione (ed ex sindaco di Milano) che ha deciso di sfidare Fontana (colui che fino a novembre era il suo presidente).

Proprio l'amicizia fra Fontana e Bossi ha giocato un ruolo decisivo, a quanto pare, nel condizionare l'esito della partita, iniziata con grandi velleità e finita in modo piuttosto pasticciato. Tutto è nato col risultato deludente delle Politiche, che ha fatto presagire a molti eletti una conferma difficile. Questo previsto ridimensionamento elettorale, e di seggi, si è saldato con una certa nostalgia che da tempo aleggiava nel Carroccio. Sempre sopita grazie ai successi elettorali degli anni scorsi, è scoppiata questa nostalgia per le battaglie federaliste di un tempo, sottoposte alla nuova linea politica nazionale (e nazionalista).

Il malumore interno alla Lega, dunque, ha preso le forme del Comitato del nord, una sorta di corrente-scissionista, a cui hanno aderito un eurodeputato già in rotta con Salvini (Angelo Ciocca, una sorta di coordinatore del gruppo, con Bossi padre nobile) e ben quattro consiglieri, subito espulsi per aver formato un nuovo gruppo. Dopo molta incertezza sulle prospettive elettorali del Comitato, la svolta è arrivata con il veto posto dalla Lega nei confronti dei Nordisti: nessuno spazio per un'altra lista nel centrodestra. Il veto è stato recepito da Fontana, leghista, presidente uscente e ricandidato.

Nelle settimane scorse, quindi, si è molto parlato di un possibile ingresso dei ribelli - o di una parte di loro - nel Terzo polo, ma mentre Moratti avrebbe preferito una lista, Carlo Calenda leader di Azione, e il suo segretario regionale Niccolò Carretta: «Sostengo da sempre le istanze per maggiore autonomia» - ha detto - «però seria e dentro la Costituzione». Insomma da «riformisti», hanno fatto sapere che non gradivano. Sfumata la lista, è rimasta aperta la possibilità di ingressi individuali, ma poi l'accordo sul numero di queste candidature nella lista Moratti. Ieri mattina la nota del Comitato: «Il Comitato Nord non è nato per competere alle elezioni regionali, ma per potare avanti l'Autonomia, le istanze del Nord e dar voce inascoltata della militanza nordista». «Il Comitato Nord ha chiesto ai consiglieri uscenti Mura Roberto, Formenti Antonello, Bastoni Massimiliano, Lena Federico di restare fedeli agli obiettivi del Comitato Nord e mantenere la retta via con scelte compatte, coerenti ed intelligenti con l'importante lavoro del Comitato Nord».

Un'ora dopo, l'annuncio: dopo aver parlato con Bossi e con Ciocca - ha detto i quattro - abbiamo deciso di non candidarci alle prossime elezioni regionali».

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