Paolo Bracalini - Prima che il pasticcio di Roma esasperasse gli animi nel centrodestra, si era arrivati a mettere persino nero su bianco l'atto costitutivo di una nuova coalizione tra Forza Italia, Fdi e Lega. Più precisamente, una «Federazione di Centrodestra», come recita il documento rimbalzato nei giorni scorsi tra i vertici azzurri e quelli di Fratelli d'Italia, poi arrivati alla frattura sulle candidature contrapposte di Bertolaso e Meloni. Una bozza di alleanza in versione nazionale in vista delle prossime elezioni politiche, ma con un occhio alle amministrative di giugno, in particolare alla partita (incandescente) del Campidoglio. Non è un caso che l'iniziativa sia partita dai colonnelli - La Russa per Fdi e Matteoli per Fi - che stanno lavorando alla ricucitura tra la Meloni e Berlusconi. Che significherebbe, in concreto e nell'immediato, l'appoggio del Cavaliere alla leader di Fdi per la sua corsa a Roma sostenuta anche dalla Lega di Salvini (trovando una exit strategy accettabile per Bertolaso), e in cambio il via libera dagli ex An e del Carroccio a una federazione tra i partiti del centrodestra - già presentata con successo alle regionali in Liguria e non solo lì -, con Berlusconi nel ruolo di garante.
C'è scritto nel documento «fondativo» che ha già ricevuto una prima approvazione durante il «Tavolo nazionale per le elezioni» del centrodestra presieduto dal senatore azzurro Matteoli: «È costituita la federazione tra FI, Lega e FdI - si legge all'articolo 1 - con l'intento di predisporre un comune programma per le elezioni politiche e formare una lista unitaria per meglio competere anche in relazione alla nuova legge elettorale». L'organo decisionale della federazione «è costituito dal Comitato di Presidenza composto dai tre leader dei partiti», e a Silvio Berlusconi in quanto «presidente del partito che ha riscosso alle ultime elezioni nazionali il miglior risultato è affidato il compito di convocare e coordinare i lavori del Comitato». L'accordo prevedeva che la federazione avrebbe avuto solo più avanti uno statuto per definire ruoli e regole della coalizione, ma sarebbe stata operativa «sin dalle elezioni amministrative del 2016, individuando candidati comuni ove possibile e comunque necessariamente nelle città capoluogo». Necessariamente, dunque, anche a Roma, non solo a Milano dove invece l'alleanza ha funzionato. La federazione è aperta anche ad altri innesti, purché «unitariamente (sottolineato nel documento, ndr) riconosciuto compatibile con le finalità e il programma della federazione».
Un patto ormai sepolto sotto le diffidenze reciproche nate col
pasticcio del Campidoglio? Non ancora, assicura La Russa: «La porta è sempre aperta». La chiave per aprirla, però, ha un prezzo alto per Berlusconi: mollare Bertolaso. Un'ipotesi finora sempre respinta dal leader di Forza Italia.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.