Londra Nuova sconfitta in Parlamento per Theresa May e la strada verso la Brexit si fa ancora più difficile. Questa volta la premier britannica, di ritorno da un fallimentare confronto a Bruxelles, chiedeva ai Comuni di confermarle l'appoggio sulla strategia per trovare un migliore accordo con l'Europa. Non si trattava di nulla di vincolante, ma non ha ottenuto neppure quello. Con 303 voti contro 258 ha infatti subito la sua decima sconfitta da quando è stata eletta. Una parte dei Tory si è astenuta affermando che la mozione implicava un'esclusione di un no deal, I laburisti invece erano convinti che la politica seguita dal governo sia totalmente sbagliata.
In realtà ieri pomeriggio sono stati respinti anche altri emendamenti come quello di Corbyn, che chiedeva un voto definitivo prima del 27 febbraio e quello del Partito nazionalista scozzese, che proponeva un posticipo di tre mesi sulla data prevista per l'uscita. Sebbene Downing Street si sia immediatamente affrettata a smentire, la sconfitta di ieri indebolisce ulteriormente la posizione di Theresa May impegnata a cercare di ottenere dei cambiamenti alla controversa soluzione del backstop per il confine irlandese che di fatto sta paralizzando il dibattito sulla Brexit. La premier continua ad asserire di essere in grado di trovare un compromesso che metta tutti d'accordo, ottenendo dei cambiamenti legalmente vincolanti alla clausola di backstop, cosa che invece Bruxelles ha ripetutamente escluso. Aspro il commento di Corbyn subito dopo l'annuncio del respingimento della mozione: «Due settimane fa il primo ministro ha detto al Parlamento che il suo nuovo approccio poteva assicurare una maggioranza significativa ai Comuni ha detto il leader laburista eppure il voto di oggi (ieri) ha dimostrato che non esiste una maggioranza per la strategia del primo ministro. Così non si può andare avanti. Il governo non può continuare a ignorare e avviarsi verso il 29 marzo senza un piano coerente. May deve ammettere che la sua strategia ha fallito e tornare in Parlamento con una proposta in grado di ottenere il supporto dei Comuni». Al momento del risultato la premier non era in aula, ma ieri un portavoce di Downing Street ha accusato i laburisti per la sconfitta affermando di aver messo «ancora una volta gli interessi di partito di fronte all'interesse nazionale». Il portavoce ha aggiunto che la premier continuerà a cercare di ottenere dei cambiamenti alla soluzione del backstop, come previsto dal mandato del Parlamento il 29 gennaio scorso.
«Noi non ci siamo assicurati il supporto dei Comuni ha spiegato e il primo ministro continua a ritenere che questo sia dovuto soprattutto al timore di alcuni deputati conservatori che si voglia escludere l'ipotesi di un'uscita senza accordo».Comunque sia, rimane il fatto che a questo punto, il prosieguo delle trattative si fa sempre più complicato.
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