Roma C'è dello scetticismo diffuso intorno all'idea di «reddito di cittadinanza». Lo ha detto Nando Pagnoncelli che ha effettuato per conto del Corriere della Sera un sondaggio, ma basta anche guardare che effetto provoca sul web un'uscita di Briatore sull'argomento. I sondaggi confermano che l'idea dei Cinque stelle divide il Paese. La maggioranza degli intervistati si è mostrata scettica sull'utilità della norma o, peggio, si è detta contrariata. L'opinione più diffusa (che bene si può cogliere navigando sui social network) è che il reddito di cittadinanza sia un favore che si fa a chi non si fa scrupoli di vivere come un parassita. Di Maio si affanna a spiegare che non è soltanto un aiuto, che andrà a chi deve dimostrarsi pronto a cercare un lavoro, tanto che la norma entrerà in vigore soltanto quando saranno attivi su tutto il territorio nazionale i centri per l'impiego. C'è chi, però, non obietta solo che la norma è iniqua perché favorirebbe chi non fa niente a discapito di chi lavora. Ma anche chi suggerisce che la mossa del reddito di cittadinanza non va a premiare gli italiani bisognosi in modo uniforme su tutto il Paese. Di fatto sarà un beneficio che premierà le regioni meridionali. E tra i detrattori della norma che sottolineano questo aspetto c'è anche Flavio Briatore. L'imprenditore già nel giugno scorso si era detto contrario al reddito di cittadinanza. Oggi rincara la dose e sottolinea anche l'aspetto geografico. «Il reddito di cittadinanza mi sembra pura follia. Perché paghi la gente che sta sul divano. Sul divano ci sono già gratis, poi addirittura li paghi. Prenderanno il divano a due piazze. Investimenti in Meridione? Ci sono difficoltà enormi. E la gente non ha voglia. Chi aveva voglia è andato fuori dal Sud». A raccogliere lo sfogo dell'ex manager di Formula 1 è il sito del Messaggero. «Rimane chi non si sbatte molto per trovare un lavoro, se adesso danno anche il reddito di cittadinanza è finita». E sui social scoppia il dibattito. Gli odiatori di Briatore ovviamente non mancano: «Già era antipatico prima di questa sciocchezza, figuriamoci ora...». Ma tanti concordano. «Ha perfettamente ragione - spiega uno dei commentatori dell'articolo uscito sulla pagina web del giornale romano -. Sono siciliano e posso confermare che molti, anche giovani, pur di rimanere nel loro paese (a non far niente) rinunciano a qualsiasi offerta di lavoro. Per molti, spostarsi anche di 10 km è una tragedia; meglio vivere col sussidio di disoccupazione, ora, reddito di cittadinanza. «C'è un fondo di verità - spiega un altro commentatore -.
Questo regalo andrà nella maggior parte dei casi ai cosiddetti disoccupati da divano, quelli che non hanno voglia di lavorare e che piuttosto che andare a lavorare a 1.000 km di distanza per 1.300 euro (con la prospettiva di migliorare nel tempo) preferisce vivere di assistenzialismo, reddito di cittadinanza e pensioni varie dei parenti stretti».
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