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Bruxelles contro Varsavia. E Merkel fa da mediatrice

L'Europarlamento condanna la sentenza della Corte polacca. No di Lega e FdI alla risoluzione

Bruxelles contro Varsavia. E Merkel fa da mediatrice

Bruxelles. Il caso Polonia irrompe nel Consiglio europeo di Bruxelles dove è forte il pressing di buona parte dei leader affinché il premier Morawiecki eviti una crisi politica e istituzionale che potrebbe avere contraccolpi anche sull'Unione. La scelta della Corte costituzionale polacca di dichiarare illegittime alcune norme del Trattato Ue non era all'ordine del giorno dei lavori, ma era impossibile che la questione non esplodesse. L'auspicio è che si arrivi ad una composizione, con la cancelliera tedesca Angela Merkel che si spende molto per cercare di riallacciare il filo del dialogo. Che al momento è però congelato, tanto che Bruxelles non darà il via libera ai 36 miliardi destinati a Varsavia per il Next Generation Eu.

Sul tema, peraltro, in Europa si registra l'ennesima crepa nel centrodestra, visto che al Parlamento Ue sia il gruppo Identità e democrazia (di cui fa parte la Lega), sia quello dei Conservatori (dove siede Fratelli d'Italia) votano «no» alla risoluzione che condanna la sentenza della Corte costituzionale di Varsavia che non riconosce il primato del diritto comunitario su quello nazionale. A differenza, invece, del Ppe (a cui aderisce Forza Italia) che sul tema ha una posizione durissima. Ancora una volta, insomma in Europa si forma la cosiddetta maggioranza Ursula.

Durante i lavori della sessione pomeridiana, invece i 27 leader discutono di covid ed affrontano il nodo dei prezzi dell'energia. Nel suo intervento, Mario Draghi ringrazia la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen per la «toolbox», la cassetta degli attrezzi a disposizione degli Stati per attutire l'impatto dei rincari del gas, aggiungendo che «occorre essere più ambiziosi e accelerare sui prossimi passi». In particolare, per il premier occorre lavorare sul fronte delle interconnessioni e su quello delle riserve. Occorre, dunque, produrre subito degli inventari delle riserve presenti in Europa, utili a proteggere tutti gli Stati membri dalle pressioni del mercato. L'obiettivo, insomma, è «intervenire al più presto per limitare gli aumenti del prezzo dell'energia», per «preservare la ripresa e salvaguardare la transizione ecologica».

Sul fronte covid, invece, i leader fanno il punto della situazione epidemiologica e dell'avanzamento delle campagne vaccinali, con particolare attenzione a possibili nuove varianti.

Con Draghi che rivendica l'approccio italiano come «buona prassi europea» perché tiene insieme il piano vaccinale e le riaperture delle attività economiche e sociali.

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