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Bruxelles striglia su viaggi e confini. "Stop alle chiusure delle frontiere"

Il richiamo Ue ai Paesi che hanno introdotto restrizioni

Bruxelles striglia su viaggi e confini. "Stop alle chiusure delle frontiere"

No a Paesi che si muovono in ordine sparso, chiudendo le frontiere indiscriminatamente. Anche se è per arginare il diffondersi delle varianti. E no a passaporti vaccinali che impediscano di viaggiare a chi non è immunizzato.

L'Europa richiama gli Stati membri alla necessità di tornare a un approccio coordinato su tutte le misure relative alla libera circolazione di persone e beni nella Ue. Dopo che Germania, Belgio, Danimarca, Finlandia, Ungheria e Svezia hanno reintrodotto i controlli alle frontiere, la Commissione europea ha richiamato i sei governi chiedendogli di rispettare le raccomandazioni del Consiglio sulla libertà di movimento, affinché le misure adottate siano «proporzionali e non discriminatorie». «Abbiamo chiesto a tutti gli Stati membri - spiega Didier Reynders, commissario europeo alla Giustizia - di tornare alla corretta applicazione della raccomandazione adottata dal Consiglio, perché sul divieto di ingresso e uscita dal Paese si è andati troppo oltre rispetto a quanto stabilito in sede Ue». La lettera di richiamo è già partita e adesso gli Stati hanno dieci giorni per replicare. Secondo Reynders è giusto «scoraggiare i viaggi», ma non si possono vietare gli spostamenti da uno Stato all'altro. E non si possono bloccare i camion alla frontiera. «Abbiamo chiesto ai sei Paesi di pensare a un approccio alternativo», spiega il commissario. Intanto la Germania prosegue con la sua politica di massima prudenza estendendo fino al 3 marzo i rigidi controlli, introdotti dal 14 febbraio, ai confini con la Repubblica Ceca e la provincia austriaca del Tirolo, dove sono diffuse le varianti più contagiose. Respingendo di fatto al mittente il richiamo della Ue. Il ministro per gli Affari europei, Michael Roth, ha infatti replicato che le azioni intraprese dalla Germania sono «in linea con Schengen». Berlino sta limitando l'ingresso nel Paese ai propri cittadini e residenti, camionisti, operatori sanitari e pochi altri, compresi i pendolari transfrontalieri che lavorano in «settori di rilevanza sistemica». Tutti devono mostrare un test negativo. Mentre migliaia di persone continuano ad essere respinte dalla polizia di frontiera.

Anche sul passaporto vaccinale l'Europa cerca un approccio comune, in modo che i certificati vengano riconosciuti tra gli Stati membri. Ma sembra esclusa l'eventualità che possa essere limitata la circolazione a chi non è stato immunizzato.

«È molto importante lavorare insieme sullo stesso tipo di certificato digitale per uso medico, nei prossimi mesi vedremo se si potrà usarlo in alcuni casi, ad esempio per i viaggi, ma non per vietare di viaggiare a chi non sia vaccinato», dice Reynders a margine del Consiglio Affari europei.

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