Buffagni si scusa con l'ex nemico Salvini

Il leghista incassa e ritira la querela contro il grillino che lo aveva diffamato

Buffagni si scusa con l'ex nemico Salvini

Milano Che un accordo fosse imminente lo si era capito già il 7 febbraio, quando il sottosegretario grillino agli Affari regionali Stefano Buffagni (nella foto, ndr) aveva postato sui social un lungo messaggio in cui si cospargeva il capo di cenere per avere accusato ingiustamente Matteo Salvini, un tempo suo avversario e oggi suo alleato di governo e vicepremier. Le mie dichiarazioni, ammetteva Buffagni, sono «risultate eccessive e prive di effettivo rilievo» e «me ne dolgo davvero»: una retromarcia inserita dagli avvocati del grillino e da Claudia Eccher, legale di Salvini, tra le clausole dell'accordo di risarcimento, insieme a una cifra in contanti.

Ieri mattina, l'accordo viene formalizzato davanti al giudice che si accingeva a processare Buffagni per diffamazione aggravata ai danni di Salvini e di Andrea Paganella e Luca Morisi, due specialisti in comunicazione, oggi nello staff del leader leghista (il primo a capo della segreteria, il secondo come spin doctor). Contro l'assegnazione di un incarico alla società di Paganella e Morisi da parte di una azienda sanitaria locale lombarda, nel 2016 l'esponente dei 5 Stelle aveva avuto parole di fuoco, tirando in ballo addirittura l'inchiesta Mafia Capitale e parlando di un «sistema marcio che sta infettando le istituzioni». Morisi e Paganella venivano indicati come yes men di Salvini. Contro l'appalto ai due, Buffagni aveva inviato anche un esposto all'Anac. La vis polemica del grillino è andata a sbattere prima contro gli esiti dell'inchiesta dell'Anac, che ha concluso per la regolarità dell'affidamento alla Sistema Intranet, l'azienda di Morisi e Paganella, e poi contro la querela per diffamazione aggravata spiccata da Salvini. Il processo rischiava di finire con una condanna, e di diventare una nuova rogna nei rapporti tra Lega e 5 Stelle.

Ora Salvini ha ritirato la querela e il processo si è estinto. «Era una critica politica, facevo parte dell'opposizione, ma alcune cose erano scritte in modo troppo aggressiva e sbagliato», spiega il sottosegretario Buffagni.

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