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La mossa di Conte per ricompattare il M5s

Giuseppe Conte ha riunito i parlamentari del M5s per provare a evitare l'astensione sul voto di fiducia alla riforma Cartabia

La mossa di Conte per ricompattare il M5s

La riforma della giustizia continua ad agitare le acque nel Movimento 5 Stelle. Domenica 1 agosto in Aula si è svolta la discussione della riforma Cartabia in attesa del voto di fiducia di domani. Proprio per questo motivo, alle 18.30 su Zoom, Giuseppe Conte ha convocato un'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari M5s. All'ordine del giorno proprio la riforma della giustizia. Il leader in pectore del Movimento 5 stelle ha bisogno di placare gli animi dei suoi parlamentari.

Conte vuole evitare l'astensione da parte degli eletti, perché significherebbe mettere automaticamente fuori il M5s dal governo. Una prospettiva da scansare a ogni costo per l'ex premier, che in questi giorni si gioca personalmente la fiducia del suo partito in attesa del voto sul nuovo statuto. "Ho voluto questo incontro perché ritengo che dobbiamo essere sempre chiari in tutti i passaggi. Vi voglio tutti partecipi dei processi decisionali", avrebbe esordito il leader in pectore. Durante la riunione, Conte ha ammonito i suoi: "Vi invito ad abbracciare un nuovo corso, alcune uscite in passato ci fanno male. Ora si cambia modo di parlare. C'è la tutela del cittadino, della persona, dobbiamo cambiare".

In conferenza da remoto, Giuseppe Conte avrebbe esultato: "Abbiamo ottenuto molto ma non tutti i risultati che abbiamo richiesto". E nell'estremo tentativo di non calmare i pentastellati più intransigenti che accusano i ministri di aver "tradito" la riforma Bonafede, Conte avrebbe dichiarato: "Noi stiamo approvando la riforma Bonafede, la ministra Cartabia ha fatto solo alcune modifiche. Per tre quarti l'impianto normativo complessivo è targato Bonafede-Cinquestelle". Quindi, ha sottolineato che "non abbiamo più la visione che il processo non debba mai finire".

Ma l'ex premier avrebbe difeso a oltranza l'atteggiamento assunto durante il Cdm, attaccando la prima stesura della riforma Cartabia: "Ci siamo accorti subito di alcune criticità della riforma Cartabia. Erano insuperabili. Il testo così com'era non poteva essere approvato, ho fatto io stesso una grande interlocuzione con il presidente Draghi e gli altri". Conte ha puntato il dito sulle altre forze di maggioranza: "Alcune forze politiche non volevano mettere in discussione nulla, davano tutto per fatto".

Così com'era stata presentata, secondo Conte, la riforma aveva "punti su cui non avremmo potuto transigere". Quindi, il leader in pectore del Movimento 5 Stelle, avrebbe cercato di rassicurare i suoi smentendo le indiscrezioni su presunte discussioni con i ministri, nel tentativo di provare a ricompattare il partito, nel quale le fratture sono profonde. "Siamo stati forti e compatti, non ascoltate le ricostruzioni", avrebbe detto Conte ai suoi, per poi attaccare: "Smentisco le parole di quelli che pensavano che noi volessimo minare il governo".

Quindi, il leader in pectore avrebbe rimarcato in diverse occasioni che ha raggiunto risultati sulla riforma della giustizia "perché non ci siamo divisi". Quindi Conte ha dichiarato: "Abbiamo avuto un metodo di lavoro nuovo. Ho creato una cabina di regia tecnica per lavorare su questo tema, per formulare nostre richieste tecniche. Nello stesso tempo ho creato una cabina di regia politica con chiunque ha avuto un peso in questa vicenda. Questo è il mio metodo decisionale. Ampio confronto interno".

L'ex premier, quindi, si è assunto "la responsabilità di fare sintesi per esprimere all'esterno la nostra pozione politica".

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