"Burattino dei suoi vice". Berlusconi stronca Conte. E gela anche la Meloni

Il Cav replica alla leader Fdi: "Teme di non arrivare al 4%. Usa tattiche di corto respiro"

"Burattino dei suoi vice". Berlusconi stronca Conte. E gela anche la Meloni

Lo dice a Matteo Salvini e lo dice ancor più a Giorgia Meloni. «Non esiste alcuna alternativa a un centrodestra che sia credibile e vincente. E non può esistere un centrodestra senza Forza Italia». Silvio Berlusconi replica ai leader di Lega e Fratelli d'Italia, che sembrano scalpitare per sciogliersi dall'alleanza sognando una maggioranza senza gli azzurri.

L'ex premier è all'attacco, a pochi giorni dalle elezioni europee viene a Roma per l'ultimo rush, la mattina parla da Libero, la sera chiude con a Quarta Repubblica di Nicola Porro (Rete4), passando per Orario Continuato di Telelombardia. E sottolinea che i due alleati alzano i toni per qualche preferenza in più, ma solo lui andrà a Bruxelles tutte le settimane, con la sua autorevolezza, per riuscire nella «missione importante e delicata di creare un centrodestra anche in Europa». Vuole cambiarne le istituzioni con una nuova alleanza tra «il nostro Ppe», gruppo di maggioranza relativa e liberali, conservatori, destra democratica. Secondo il Cavaliere, conterà la qualità più della quantità, perché anche se la Lega navigherà attorno al 30% e Fi tra il 10 e il 12%, la prima sarà ininfluente sul fronte sovranista, senza un accordo con i popolari, la seconda nella posizione giusta per contare. «In realtà - dice l'ex premier - l'unico voto utile per l'Italia è votare Berlusconi per dare più forza al nostro Paese in Europa».

Non mancano le stoccate a Salvini, che ultimamente «ha esagerato» in molte cose, attirandosi contestazioni, e soprattutto alla Meloni, che si «agita con un partito piccolo che deve arrivare al 4%». Il Cav condivide le critiche della Chiesa al vicepremier leghista, per la manifestazione sovranista di Milano: «Non si può usare il rosario in una campagna elettorale per chiedere voti». Sui rapporti con Salvini, spiega: «La mia storia e la mia esperienza possono essere ingombranti, ma per lui non è una novità». È molto irritato con la «signora Meloni», che prima del voto del 4 marzo chiese agli alleati l'impegno a non sostenere maggioranze diverse e ora tradisce. Ora lei fa marcia indietro, ma il leader di Fi le rinfaccia una campagna elettorale «molto aggressiva anche nei nostri confronti nei toni e nei metodi, ma una tattica di corto respiro».

L'obiettivo centrale, però, rimane il governo gialloverde, in cui il M5S non è stato contenuto, come Berlusconi sperava, dal «buon senso» della Lega. E qui il Cav fa un parallelo evangelico, tra gli italiani che l'ultima volta «hanno votato male» e il popolo che di fronte alla domanda di Ponzio Pilato «Volete libero Gesù o Barabba?», scelse il secondo. «Siamo rimasti a 2mila anni fa», dice e l'Italia è stata consegnata a «degli incapaci», con il premier Giuseppe Conte che è «Un burattino, i fili li tengono Salvini e Di Maio». Alla fine «il governo non cadrà per manovre di palazzo, ma per le conseguenze delle sue decisioni».

Sui social Berlusconi lancia una «campagna verità per smentire le troppe calunnie» su di lui, chiede una riforma della giustizia contro la minoranza della

magistratura che «utilizza il suo potere per fare politica». Sospetta che l'abbia fatto anche nelle inchieste di corruzione su alcuni dei suoi. «Ho visto le cose che riguardano Lara Comi e mi sembra che ci sia un grande equivoco».

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