Cronaca nera

C'è il corpo del killer. Un piano premeditato per ammazzare Sara

Il cadavere di Pittarello nel furgone caduto nel fiume La telefonata, l'agguato all'ex partner, la breve fuga

C'è il corpo del killer. Un piano premeditato per ammazzare Sara

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C'è un corpo dentro il furgone recuperato nel fiume Bacchiglione, nel Padovano. Ed è quello di Alberto Pittarello, il trentanovenne che ha ucciso martedì scorso l'ex compagna, Sara Baratin, 41 anni, trovata morta dalla madre. L'uomo aveva fatto perdere le sue tracce proprio dal giorno dell'omicidio e da subito la pista più probabile era sembrata quella che si fosse inabissato con il suo furgone dopo l'omicidio. L'identificazione del cadavere ha tolto gli ultimi dubbi sulla vicenda. Qualcuno aveva infatti visto il mezzo finire nel torrente e lo aveva segnalato alle forze dell'ordine, che avevano presto individuato il furgone ma a causa del maltempo che ha battuto il Veneto hanno impiegato un paio di giorni a recuperarlo.

La dinamica dell'ennesimo femminicidio, l'ottavo in Italia dall'inizio dell'anno, appare ormai chiara. Sara e Alberto vivevano a Bovolenta e si stavano separando dopo vent'anni di vita assieme, era stata lei a prendere la decisione che l'uomo non aveva saputo accettare. I due avevano anche una figlia di quindici anni, che appare ora come la terza vittima, la seconda incolpevole, di questa ennesima storia di amore malato e di possesso.

Tutto ha inizio attorno alle 11 di martedì mattina, quando Mariagrazia Pasquetto, madre di Sara, trova la figlia morta nella rimessa della sua casa di Bovolenta, dove la quarantunenne è tornata a vivere dopo aver lasciato il compagno. Sara è in una pozza di sangue, colpita una ventina di volte da un coltello da escursionista che l'assassino ha lasciato là insanguinato. L'aggressione è avvenuta da poco, alle 10,35 qualcuno ha visto il furgone di Pittarello passare di lì.

È uno degli indizi che guidano i carabinieri di Padova, le cui indagini sono coordinate dal pm Sergio Dini, a dipanare rapidamente il giallo. Pittarello, che di lavoro era manutentore di caldaie per un'azienda e giocava a calcio a 5 in una squadra locale, aveva preso con una settimana di anticipo un giorno libero per quel martedì, ben sapendo che era il consueto giorno libero dell'ex compagna, assistente di poltrona in uno studio dentistico. Quella mattina prende appuntamento con la morte telefonando a casa dell'ex suocera con la scusa di riconsegnare uno scooter a Sara e scopre così quello che voleva, che avrebbe trovato l'ex compagna da sola, perché Mariagrazia ha un altro impegno. Arriva in casa Pasquetto poco dopo le 10, una telecamera nei dintorni ne certifica il passaggio alle 10,05. Poi Alberto e Sara parcheggiano lo scooter nella rimessa e l'uomo approfitta di un momento in cui la donna è voltata per colpirla violentemente con dei fendenti tra capo e nuca e poi finirla con altre coltellate vibrate un po' a casaccio. Pittarello fugge ma non fa molta strada: il suo furgone si inabissa nel Bacchiglione gonfio di pioggia a duecento metri da lì, a poca distanza viene ritrovato il suo telefono.

Fino a ieri era ancora in piedi l'ipotesi che l'uomo avesse messo in scena un suicidio e fosse fuggito ma ora c'è un secondo cadavere a concludere nel modo peggiore l'ennesima storia di amore tossico.

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