Prove tecniche di Costituente islamica. «Un giorno non lontano - prevede una fedele - da questa radio arriverà alle nostre orecchie il bellissimo annuncio che l'intesa con il nostro Stato è stata firmata». L'emittente è «on air» da un paio di giorni e collegandosi, via internet, si possono già sentire preghiere e canti.
Radio Costituente islamica si annuncia come la voce dei musulmani puri e ortodossi, quelli che sono già al lavoro per costruire un «partito» dei musulmani italiani, contrapposto non solo ai «pionieri» di un islam laico e ortodosso, ma anche all'Ucoii, la discussa Unione delle comunità islamiche d'Italia da cui arriva Hamza Piccardo, l'animatore della Costituente ormai in rotta con la vecchia organizzazione delle moschee.
Se Radio Costituente islamica si proponesse quindi di diventare una nuova Radio Maria o magari una Radio Radicale dei seguaci di Maometto, Piccardo sarebbe il suo Padre Livio o il suo Pannella. In teoria, ascendente e curriculum non gli mancano. Scrittore, traduttore, per due volte appunto dirigente dell'Ucoii, Piccardo è stato fra l'altro portavoce dell'European Muslim Network , presieduto da Tariq Ramadan, scrittore di origini egiziane e nipote del fondatore dei Fratelli musulmani, osannato come una star carismatica dai musulmani di mezzo mondo e approdato in Italia nel giugno scorso, alla vigilia delle elezioni comunali che hanno visto planare in Consiglio comunale (nella lista del Pd) Sumaya Abdel Qader, ormai ex responsabile cultura del Caim, il coordinamento dei centri islamici milanesi che fino a pochi giorni fa era guidato dal figlio di Hamza, Davide.
Hamza si era ritirato dalla «politica» dedicandosi agli studi e aprendo moschee in mezzo Ponente ligure. Oggi torna in pista come avversario dell'Ucoii, peraltro mai così in difficoltà. La discussa Unione delle comunità islamiche guidata da Izzeddin Elzir si trova al centro di una morsa: da un lato i dialoganti e «laici»: la Coreis di Yahya Pallavicini, la Confederazione islamica del napoletano Massimo Cozzolino e una personalità come Maryan Ismail, l'antropologa italo-somala femminista e leader dei musulmani africani. Dall'altro lato della morsa, appunto, Piccardo, che non perde occasione per criticare il Patto nazionale per un islam italiano voluto dal ministro Marco Minniti, che introduce sermoni tradotti in italiano, anagrafe degli imam e addirittura, secondo la Ismail, anche la dirompente figura della «imamessa» (sulla base della asserita parità uomo-donna). Elzir a Firenze ha lavorato con Matteo Renzi, Piccardo guarda ai 5 Stelle.
L'Ucoii ha firmato il Patto, Piccardo lo contesta come un accordo al ribasso, vuole un'intesa vera e propria e lamenta la mancanza di moschee, di insegnamenti islamici nella scuola pubblica, di feste riconosciute, di aree per i defunti islamici nei cimiteri. E magari sogna ancora la poligamia.
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