Luigi Guelpa
Fino a venerdì Mohamed Lahouaiej Bouhlel, il carnefice di Nizza che ha ucciso 84 persone, veniva considerato scollegato dall'Isis, ieri invece il ministro dell'Interno Cazeneuve, invitato da Marine Le Pen a dimettersi, è tornato sui propri passi parlando di «veloce radicalizzazione». Prima di chiamare pubblicamente alle armi i cittadini francesi: «Aux armes, citoyens...!», citando un verso della Marsigliese. Cazeneuve ha invitato i civili volenterosi ad arruolarsi nella «riserva» per essere addestrati e chiamati ad intervenire in caso di emergenza. Ma il governo transalpino incassa comunque nuove critiche e Hollande non può fare altro che rafforzare le misure di sicurezza in tutto il Paese e lanciare un appello alla «coesione e all'unità nazionale». Parole che però non riescono a stemperare la sensazione di una certa impotenza nell'affrontare e nel prevenire la strage di giovedì sera. Il ministro della Difesa Le Drian ha difeso a spada tratta l'operato della polizia e le direttive del governo, anche se il presidente della Regione Christian Estrosi, molto vicino all'ex presidente Sarkozy, parla di «protezione non ad altissimo livello». E mentre l'Isis rivendica l'attentato alla Promenade des Anglais, gli inquirenti hanno arrestato cinque persone e prolungato il fermo per la moglie di Bouhlel.
Con il passare delle ore emergono sempre più dettagli sull'assassino. Che si trattasse di un soggetto violento già si sapeva, ma ora viene a galla, secondo quanto dichiarato dallo psichiatra tunisino Chemceddine Hamouda (che l'aveva visitato nel 2004) come Bouhlel fosse affetto «da un'alterazione della percezione della realtà». Quindi l'indottrinamento jihadista avrebbe trovato terreno fertile in una mente già disturbata. Ipotesi rafforzata dalla sorella Rabeb, che ha fornito agli inquirenti le cartelle cliniche dell'uomo, e dai contatti con Omar Diaby, jihadista di spicco di Nizza legato ai qaedisti del fronte Al Nusra, il cui numero di telefono è stato trovato sul cellulare del «soldato Mohamed», come lo definisce l'Isis. Miliziano ucciso dalla polizia, che ha bollato come «falso preoccupante» un video manipolato che sta circolando su Youtube e che mostra la cattura del killer.
Al numero 67 di Route de Turin, nel quartiere periferico di Saint Roch, dove sorge la palazzina in cui viveva Bouhlel, è un via vai di cronisti e curiosi. Gli abitanti della zona continuano a dipingerlo nello stesso modo: un pazzo, un imbecille, un personaggio inquietante. Soprattutto non un musulmano devoto e osservante. «Macché! Beveva, si ubriacava, non celebrava il Ramadan». Racconta un inquilino che abita al piano di sotto che poi aggiunge con una certa apprensione: «Anche noi siamo musulmani. La gente ci guarda con sospetto, ma non abbiamo nulla da spartire con quell'individuo».
Ieri intanto è stata parzialmente riaperta la Promenade des Anglais, ad eccezione per il luogo della strage delimitata con i nastri della polizia giudiziaria. Circa 300 metri della passeggiata sono ancora interdetti sia al traffico veicolare che a quello pedonale e restano presidiati dalle forze dell'ordine. L'afflusso di persone che portano fiori, biglietti e bandiere francesi con scritto «je suis Nicois, je suis Francais» è continuo e silenzioso. Però a pochi passi c'è anche chi vuole tornare alla normalità e ha ripreso, seppur timidamente, a popolare le spiagge.
Il ministero della Sanità ha fatto sapere che sono sedici i corpi non ancora identificati tra le vittime dell'attacco, e che il ferito più giovane tra i 121 ricoverati è un bimbo di appena sei mesi. La Farnesina riferisce invece che sono scesi a una ventina gli italiani ancora da rintracciare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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