«Sto deviando». Dan Petrescu voleva tornare indietro. Il pilota magnate aveva capito che qualcosa non andava. Tutto succede in una manciata di secondi, forse troppo pochi, lui e i suoi sette passeggeri avevano appena lasciato l'aeroporto di Linate, destinazione Olbia. Aveva comunicato una little deviation. Poi l'impatto. «Molto improbabile che abbia chiesto la deviazione per il maltempo». Christian Damian Yeates è tranchant. «Impossibile che il tempo sia stato il fattore scatenante che ha convinto il comandante a virare; le condizioni meteo non possono cambiare così velocemente». È sicuro del fatto suo Yeates, da anni direttore Flight Sim Center, il centro di simulazione di volo dove vengono addestrati i piloti di linea dopo ore e ore di volo certificate. In questa cabina virtuale si simulano le situazione peggiori che potrebbero capitare nella realtà. Ed è per questo che il direttore sa che il maltempo da solo non può bastare.
E allora direttore cosa può essere successo?
«Solo le indagini potranno stabilire con certezza quello che realmente è accaduto in quei terribili istanti, ma le procedure sono standard per tutti: quando un pilota richiede il piano di volo, il controllo del traffico aereo fornisce anche le condizioni meteo, in gergo si chiama il metar, breafing meteo. Dunque il comandante sapeva ancora prima di decollare che il tempo non era dei migliori. E comunque c'era pioggia, ma la visibilità era buona. Ma c'è dell'altro».
Cosa?
«Non mi tornano alcuni dettagli, che in una storia del genere fanno la differenza. Aveva chiesto l'autorizzazione a rientrare ma non aveva fatto in tempo a dire il perché: meno di un minuto più tardi, l'aereo si schiantava uccidendo tutti gli otto passeggeri. Il modo in cui si è schiantato, con il muso dentro la palazzina fa pensare che l'aereo sia andato in stallo e da lì la caduta a picco».
Un errore umano?
«Lo human factor nello stallo è altamente probabile, bisogna considerare anche la quota. L'aereo era ancora in salita, l'altezza che aveva raggiunto rimaneva ancora critica».
Potrebbe essere andato in panico?
«Non è da escludere. Purtroppo in situazioni così è tutto velocissimo. Un guasto meccanico, unito alle condizioni già non ottimali del meteo, l'imprevisto e la difficoltà, il panico, l'idea di rientrare alla base il prima possibile. Aveva l'aereo al completo, quindi con molto peso dato anche dai bagagli e dal carburante. Questi sono aerei in piena regola, ma hanno comunque un solo motore».
Quanto vale l'esperienza in questi casi?
«Ovviamente è importante come condizione di base. Per pilotarlo serve la licenza da pilota commerciale che non è poco ma è previsto un single pilot, un uomo solo al comando».
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