Cairo mette ordine nel gruppo e prepara l'addio al Torino

L'obiettivo finale è razionalizzare le attività di una costellazione che spazia dall'editoria al football

Urbano Cairo
Urbano Cairo
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Voci. Anzi, qualcosa di più: indiscrezioni che circolano con sempre maggior frequenza nella comunità finanziaria.Urbano Cairo si appresterebbe a mettere in vendita il Torino. Le trattative non sarebbero ancora nel vivo, ma rientrano nel piano di riordino delle attività che fanno capo al sessantasettenne imprenditore. Nei giorni scorsi, La Stampa aveva ipotizzato che il blasonato club piemontese potesse finire nell'orbita di Red Bull, il colosso austriaco delle bevande energizzanti che, combinazione, sarà sponsor del club granata a partire dal 2025. Il quotidiano aveva fornito altri dettagli Cairo si sarebbe incontrato tre volte con emissari della società austriaca che sarebbe interessata a mettere un piede nel calcio tricolore. Ma lui aveva smentito secco: «Non ho alcuna intenzione di vendere il Torino e non ho incontrato nessuno».

Qualcuno forse immaginava che la questione potesse essere derubricata a chiacchiera, per finire nel cestino delle fake news. Ma così non è e oggi arrivano almeno due informazioni: Cairo ha ripreso a parlare con i plenipotenziari di realtà che sono interessate e potrebbero fare ingresso nel mondo dello sport; il tutto si inserirebbe in un disegno pensato per mettere ordine nelle attività di una costellazione che spazia dall'editoria al football.

Si tratta ancora di Red Bull? Impossibile avere certezze, intorno al calcio c'è un grande fermento, soprattutto a livello internazionale e si moltiplicano le società di serie A che entrano nell'orbita di conglomerate straniere.

L'esempio forse più sorprendente è quello del Como, acquistato di recente dai fratelli Hariono, indonesiani, la più ricca proprietà della serie A, che vogliono proporre insieme ai gol anche il lago e un turismo di altissimo livello, fra la tribuna affollata dai vip e le rive frequentate dalle star di Hollywood.

Il football attrae irresistibilmente fondi internazionali e gruppi, come quelli di Rocco Commisso e Joey Saputo, che si specchiano a Firenze e Bologna nelle loro lontane origini italiane.

Insomma, Red Bull potrebbe affiancare Cairo e poi prendere il suo posto, potenziando la forza del club.

C'è all'orizzonte, come in molte vicende calcistiche tricolori, il nodo dello stadio di proprietà. L'interminabile querelle fra Milan, Inter e Comune per San Siro è sotto gli occhi di tutti; a Torino Cairo, alla testa dei granata da 19 anni, paga al Comune un canone di mezzo milione l'anno, ma la concessione per l'Olimpico scade a giugno e dunque ci sarebbe un altro elemento su cui riflettere e dialogare.

C'è dunque grande attesa per le prossime mosse e non si può escludere che Cairo abbia ricevuto più di una proposta.

Nelle prossime settimane dovremmo saperne di più. I tifosi sono in fibrillazione ma ormai l'era dei Moratti, dei Berlusconi e dei grandi mecenati italiani volge al tramonto.

Red Bull fra l'altro ha già un circuito di società, di qua e di là dell'Oceano. Con ambiziosi programmi di sviluppo.

Il Torino potrebbe diventare la perla di una collezione intercontinentale.

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