Caldo, incendi e disagi. E se dicessimo addio alle amate ferie d'agosto?

Dalla rivoluzione climatica ai prezzi: mete e periodi delle vacanze andrebbero ripensati

Caldo, incendi e disagi. E se dicessimo addio alle amate ferie d'agosto?
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Domani è Ferragosto e la domanda sorge spontanea: ha ancora senso fare le vacanze in questo periodo dell'anno? Visitare il Colosseo con temperature sahariane e l'Acropoli rischiando il colpo di calore non assomiglia all'agognata vacanza, sognata tutto l'anno. Meglio andare a Nord, come suggerisce il ministro della Salute tedesco? Insomma, in questo caso potrebbe capitare di dover schivare piogge, inondazioni e grandinate. Non proprio l'ideale per quel trekking dei fiordi per cui avevamo pagato salato. O per quel grande classico estivo che sono i festival musicali: uno dei più branché, l'olandese Awakenings, ha cancellato la data di punta, la domenica, in previsione di un devastante temporale.

Se ne è accorto il New York Times che in un articolo che dettaglia le temperature estreme e gli eventi catastrofici subiti da tante mete turistiche, da Roma a Rodi, dalle Hawai alla Florida (dove l'acqua dell'Oceano è talmente calda che i turisti evitano di fare il bagno) si chiede: è arrivata la fine delle vacanze estive come le conosciamo?

Caldo torrido, incendi, inondazioni, trombe d'aria e tempeste di grandine causate dai cambiamenti climatici ragiona il New York Times - hanno sconvolto i piani dei viaggiatori di tutto il mondo. La voglia di vacanza c'è, non si discute, staccare dal lavoro è un must. Ma qualcosa va rivisto.

A cambiare potrebbe essere addirittura la mappa del turismo globale, tracciata a suon di voli charter e ampie disponibilità di camere d'albergo in 50 anni di turismo di massa. Ora però ogni anno è più caldo del precedente: il 2022 è stata l'estate più calda di sempre e l'ottavo anno consecutivo di temperature superiori di oltre 1 grado rispetto ai livelli pre-industriali, secondo il Global Climate Highlights 2022 di Copernicus, il programma di osservazione della Terra dell'Ue. Così, le spiagge modaiole della movida spagnola o quelle rilassanti delle isole greche si stanno trasformando in saune a cielo aperto, e il turista sul lettino rischia di fare la fine di quei polpi, stesi ad asciugare al sole prima di essere mangiati con un bicchierino di ouzo.

Uno studio del Joint Research Center dell'Unione Europea prevede come il turismo non calerà nel Vecchio Continente ma si avrà, specie nelle aree costiere, una redistribuzione verso nord. Con un aumento di 3 o 4 gradi si prevede una perdita del 10 per cento di turisti nei Paesi mediterranei, e un aumento del 5 per nelle coste nordiche, fino a poco fa prese in considerazione solo da un manipolo di misantropi ed eccentrici patiti di saghe scandinave. E il mese best seller del futuro potrebbe essere a sud il più crudele, aprile.

Chi può, ha già deciso di programmare le ferie nei mesi estivi di sponda, giugno e settembre. Meno folle, prezzi decisamente più abbordabili ma anche l'incognita del meteo impazzito. Sono numeri che ancora non incidono sul totale, certo. Ma la tendenza è quella. Una eventuale fuga da agosto, con relativa redistribuzione delle masse vacanziere, in realtà non sarebbe poi una così cattiva notizia, specie per mete stremate dall'Overtourism come Venezia, Amsterdam o Mont Saint Michel. Se non fossimo in Italia, dove tradizionalmente l'intero sistema economico almeno dal dopoguerra si poggia su due pilastri: la chiusura di uffici e aziende nelle due settimane centrali d'agosto e le vacanze scolastiche estive, lunghe come una coda al casello sull'A1 nei giorni di bollino nero, e che ha pochi eguali in altri Paesi.

Se si vuole cambiare un'abitudine alle ferie inveterata ma non più funzionale alla realtà, occorrerebbe realisticamente cambiare anche questa organizzazione.

Anche perché ad agosto i voli ritardati, l'overbooking, la lotta dei lettini sulla spiaggia per uno spicchio d'ombra, le code al bar per un gelato e qualsiasi altro disagio in cui probabilmente incapperete nei prossimi giorni si pagano pure cari, anzi carissimi.

Verrebbe proprio da dire: agosto, vacanza mia non ti conosco. E ti rimando a nuove, più fresche e rilassanti avventure.

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