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La giravolta di Calenda sulla Raggi: ecco cosa ha detto

Carlo Calenda cambia idea su Virginia Raggi dopo il rilancio di "propaganda russa". E Italia Viva: "Lacrime di coccodrillo"

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Carlo Calenda ed Azione hanno votato Virginia Raggi come presidente della commissione Expo di Roma capitale ma ora hanno cambiato idea e vogliono che l'ex sindaco di Roma si dimetta: è l'ennesimo cambio di passo che l'ex ministro dello Sviluppo economico opera in un breve lasso di tempo. Tant'è che Italia Viva, attraverso il senatore Francesco Bonifazi, ha fatto notare la contraddizione.

"Sulla vicenda Raggi, che lui ha votato e noi no, Carlo Calenda si dimostra un uomo che ha litigato con la politica fin da piccino. Non è cattivo: proprio non fa per lui", ha scritto il parlamentare renziano via Twitter. La scelta di Azione di votare per la Raggi in accordo con il MoVimento 5 Stelle per il vertice di una commissione dell'amministrazione capitolina ha sollevato un terremoto qualche settimana fa, con i renziani che hanno deciso di creare un gruppo autonomo in consiglio comunale. E questo nonostante Italia Viva avesse sostenuto Calenda come candidato sindaco di Roma. Perché sui rapporti con i grillini - avevano fatto sapere da parte renziana - non si può sorvolare.

Questo scambio di vedute nasce per via di un tweet dell'ex ministro dello Sviluppo economico: "Abbiamo votato l’accordo sulle commissioni di minoranza proposto da Gualtieri, con molte perplessità e per ragioni di correttezza istituzionale. Ora basta. La Raggi già no vax e oggi megafono della propaganda russa se ne deve andare", ha tuonato Calenda con un cinguettio, taggando il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ed il Partito Democratico. Ma è stato appunto lo stesso vertice di Azione a far sì che Virginia Raggi potesse rientrare dalla finestra, dopo la batosta elettorale inflitta alla pentastellata dai cittadini romani, con la presidenza di un organismo strategico e che può disegnare in prospettiva il futuro di Roma.

Molti utenti replicano alla presa di posizione dell'ex candidato a primo cittadino: "Complimenti a quel gran signore di Calenda - twitta un utente - che prima mi offende e poi mi blocca prima che io possa dirgli che da statuto l'unica commissione che va alla minoranza è quella sulla trasparenza e che può prendere in giro i suoi con sta propaganda da 4 soldi, ma non me". E in effetti, per prassi, statuto e tradizione, il fatto di consegnare all'opposizione incarichi di presidenza che non siano quelli della commissione Trasparenza rappresenta una novità.

Anche l'onorevole Luciano Nobili, altro esponente di punta d'Italia Viva, ha voluto dire la sua: "Hai rotto il gruppo con noi e il lavoro fatto insieme proprio per votare la Raggi alla guida della commissione per Expo. Lacrime di coccodrillo, caro Carlo. Anche un po’ ridicole", ha scritto il deputato sui social. Per Italia Viva è inutile che Calenda si scandalizzi perché la Raggi avrebbe rilanciato quella che le cronache definiscono "propaganda russa" a mezzo chat. Il capo di Azione avrebbe potuto evitare il ritorno in auge dell'ex sindaco di Roma.

Nel frattempo, l'ex ministro sta provando una strenua difesa, sostenendo che l'accordo per la nomina della Raggi coinvolgesse pure Iv: "Per essere chiari fino in fondo l’accordo sulle commissioni di minoranza è stato condiviso da tutti i partiti IV compresa. Avete chiesto però di avere la Presidenza della Commissione Giubileo. Quando abbiamo detto di no vi siete sganciati. Poltrone, non principi", ha argomentato, rispondendo a Bonifazi.

Ma Iv - come raccontato all'epoca dello strappo dal consigliere comunale Valerio Casini - non ha preso parte alle riunioni attraverso cui Calenda ha deciso di consegnare un ruolo chiave ad una dei massimi esponenti del grillismo.

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