Calenda corteggia il centrodestra: "Apriamo un dialogo su cinque punti"

E sul voto in Lombardia: "Noi pronti ad appoggiare la Moratti"

Calenda corteggia il centrodestra: "Apriamo un dialogo su cinque punti"

Carlo Calenda corteggia il centrodestra e spera in un allargamento del perimetro della maggioranza al Terzo Polo (arrivato sesto alle elezioni). L'amo viene gettato con l'intervista al Corriere della Sera: «Proponiamo un piano in cinque punti per proteggere il Paese su cui aprire il dialogo con l'esecutivo Meloni» - annuncia l'ex ministro dello Sviluppo economico. Un'intervista molto «franceschiniana». Accolta con freddezza negli ambienti di Fratelli d'Italia. La priorità per il partito di Giorgia Meloni è chiudere l'intesa sulla squadra di governo con Forza Italia e Lega. Presto per ipotizzare collaborazioni al di fuori del perimetro della maggioranza. Quali sono i 5 punti? «Rassicurare i mercati, sul Pnrr chiarire subito all'Ue che andremo avanti con le riforme senza rinegoziazioni, intervenire sulle bollette, disaccoppiando rinnovabili e gas, realizzando subito il rigassificatore di Piombino e le altre opere strategiche. Poi salario minimo a 9 euro, formazione e collocamento dei percettori del reddito e dare la possibilità di pagare una mensilità in più ai lavoratori, detassata» argomenta Calenda.

L'unico segnale che arriva dal centrodestra è contenuto nell'intervista di Marcello Pera al Foglio: l'ex presidente del Senato non esclude di affidare la vicepresidenza della Bicamerale al leader di Azione Viva, qualora la costituente sulle riforme decollasse. Siamo ancora nel campo delle ipotesi. Scenari futuri. Il governo Meloni non c'è ancora. E sarebbe prematuro parlare di costituente e bicamerale per le riforme. Però l'idea di Pera sarebbe quella di mettere al tavolo anche il Terzo Polo che spinge per l'elezione del sindaco d'Italia. Altro punto di contatto tra Fdi e Terzo Polo potrebbe avvenire in Lombardia. Carlo Calenda non ha mai nascosto la stima per Letizia Moratti. E non esclude un appoggio nel caso in cui l'assessore alla Sanità della Lombardia decidesse di scendere in campo alle prossime regionali contro il governatore uscente Attilio Fontana. L'ex sindaco di Milano Gabriele Albertini subito si tuffa sull'operazione: «La candidatura di Letizia Moratti aggiunga valore al consenso che in Lombardia già c'è per il centrodestra, perché include un progetto politico che vede sulla sua persona, in quanto civica e non politica di questo o quello schieramento, la confluenza anche del Terzo polo oltre che del centrodestra».

L'ammiccamento c'è. Se poi si concretizzerà in qualcosa di politicamente concreto è presto per dirlo. Discorso a parte merita la trattativa per l'elezione dei presidenti di Camera dei Deputati e Senato. La leader di Fdi Giorgia Meloni aveva fatto intendere di non aver nulla in contrario all'ipotesi di affidare la guida di una delle due Camere all'opposizione.

Quale delle tre opposizioni? Il M5s è escluso. Restano Pd e Terzo Polo. La scelta potrebbe ricadere proprio su un esponente di Italia Viva o Azione. In quest'ultimo caso l'operazione è molto più difficile. C'è da superare la resistenza degli alleati.

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