Cronaca nera

Calissano, sparito un milione: indagato l'ex tutore

Ammanchi dai conti dell'attore suicida. Le accuse: peculato e circonvenzione di incapace

Calissano, sparito un milione: indagato l'ex tutore

L'ex amministratore di sostegno di Paolo Calissano, l'attore genovese morto a Roma per una intossicazione da farmaci antidepressivi il 29 dicembre 2021, è indagato a Genova con l'accusa di peculato e circonvenzione di incapace. L'avvocato Matteo Minna, come anticipato dal Secolo XIX, avrebbe secondo gli inquirenti prelevato dai conti di Calissano circa 70mila euro. A presentare un primo esposto, in cui si ipotizzava il peculato, erano stati i familiari dell'attore che si erano accorti degli ammanchi. Poi a dicembre, quando la procura di Roma ha chiuso le indagini sulla morte, ha integrato la denuncia ipotizzando anche la circonvenzione d'incapace.

Il fascicolo è in mano al pubblico ministero genovese Francesco Cardona Albini e all'aggiunto Vittorio Ranieri Miniati. Calissano, divenuto famoso negli anni '90 perché protagonista di alcune serie tv e di film di successo, vide una brusca frenata della carriera nel settembre 2005 quando nella sua casa genovese morì per overdose da cocaina la ballerina brasiliana Ana Lucia Bandeira Bezerra. L'inchiesta segnò una svolta per l'attore che patteggiò 4 anni e entrò in comunità.

Poi arriva la depressione. Nel 2006 il tribunale nominò Minna amministratore di sostegno dell'attore. Sarebbero circa un milione i soldi spariti dai conti di Calissano e su cui si concentrano le indagini dei militari del nucleo di polizia economico finanziaria. Soldi che l'attore avrebbe guadagnato attraverso la partecipazione a diverse società. Una di queste è stata la Autopark V maggio srl, poi liquidata.

«È una fase delicata delle indagini - spiega l'avvocato Santina Ierardi che assiste i familiari dell'attore - e non commentiamo nulla». Tra le operazioni al vaglio degli inquirenti ci sono una decina di bonifici partiti nel corso del 2019 da un conto intestato a Paolo Calissano e destinati a Minna, per spese e finanziamenti della Autopark.

Ma a fronte di questi bonifici nella contabilità della società risulterebbero stanziamenti molto inferiori provenienti da Calissano.

«Per 15 anni sono stato anche il legale di Paolo Calissano - ha detto proprio Minna, contattato dal Secolo, senza entrare nel merito delle accuse -.

Se i parenti hanno mosso delle contestazioni nei miei confronti, replicherò a queste nelle sedi opportune».

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