Il calvario di Billy: vietato olio-cannabis contro l'epilessia

Il calvario di Billy: vietato olio-cannabis contro l'epilessia

Londra Un anno fa il giovane Billy Caldwell aveva fatto la Storia. Il ragazzino irlandese di 12 anni, affetto da una forma gravissima di epilessia, era stato il primo paziente in America a essere sottoposto a una cura a base di CBD oil, un estratto naturale della marijuana, e il primo a cui la stessa cura era poi stata prescritta dal servizio sanitario nazionale britannico. Un lieto fine? Non proprio. Dopo un anno di cura con effetti che la madre non esita a definire miracolosi, in maggio il Dipartimento per la Salute ha detto al medico curante di Billy che non poteva più prescrivergli sostanza che nel Regno Unito continua ad essere considerata una droga di classe B e non una medicina. La signora Caldwell si è recata per acquistarla a Toronto, in Canada, Paese in cui la sua somministrazione per motivi terapeutici è legale. Al loro rientro però le autorità aeroportuali di Heathrow hanno sequestrato il quantitativo che serviva per sei mesi di cure e dopo soli cinque giorni Billy ha dovuto essere ricoverato in ospedale perché gli attacchi epilettici erano ripresi così frequenti da far temere per la sua vita. Prima di assumere l'olio alla cannabis, il bambino poteva avere fino a cento attacchi al giorno ed era stato anche indotto in coma per evitare che la patologia lo uccidesse. Dopo aver iniziato la cura invece, le crisi erano diminuite in modo drastico, ma questo non è bastato a far cambiare la legge inglese in materia. Attualmente la sostanza, contenuta in due medicinali, può venir prescritta dal medico a proprio rischio e pericolo. Un vuoto legislativo che mette in difficoltà i medici di famiglia e consente all'Home Office d'intervenire. Ieri la situazione di Billy è stata sbloccata dall'intervento del ministro dell'Interno Sajid Javid che ha ordinato il dissequestro della sostanza dopo aver parlato con I medici. Ma è una misura temporanea: la somministrazione dell'olio alla cannabis è stata autorizzata per 20 giorni perché si trattava di un'emergenza, ma l'autorizzazione dovrà venir rinnovata e il medicinale non può essere portato in casa Caldwell. «In questi giorni il fisico e la mente di mio figlio sono stati devastati dalle crisi dice la mamma e questo è terribile.

Nessuna famiglia dovrebbe attraversare un simile calvario ed essere costretta a girare mezzo mondo per avere una medicina che dovrebbero essere somministrata liberamente anche in Gran Bretagna. I nostri bambini muoiono e questo deve finire».

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