"Campagna media anti-Le Pen ma Bardella non ha convinto"

La scrittrice francese e l'analisi del voto: "Bugie sul Rn, che però ha fatto errori"

"Campagna media anti-Le Pen ma Bardella non ha convinto"
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Hélène de Lauzun è la corrispondente della rivista The European Conservative a Parigi, da anni analizza la politica francese e nelle ultime settimane ha seguito la campagna elettorale d'oltralpe.

A quale scenario andiamo incontro dopo il risultato delle elezioni francesi, è possibile si formi una maggioranza con Macron e la sinistra radicale?

«La vittoria delle elezioni è stata del Fronte repubblicano che si è manifestato in un'alleanza tra la sinistra radicale e Macron con una politica di ritiro reciproco dei candidati al ballottaggio. Non ci saranno certamente difficoltà per la sinistra ad allearsi con i macronisti progressisti nonostante le formali proteste dell'opposizione».

La sinistra francese è caratterizzata da posizioni estremiste e radicali, non crede che possa rappresentare un pericolo per la Francia?

«Il programma del Nuovo Fronte Popolare, che Jean-Luc Mélenchon vuole vedere pienamente attuato, rappresenta un pericolo estremo per la Francia e, alcuni esponenti delle istituzioni europee che hanno interferito per esprimere la loro opinione durante la campagna elettorale, si sono mostrati colpevoli di cecità nel promuovere una forza che ripropone i peggiori eccessi del socialismo e del comunismo».

Quale linea politica avrà un possibile governo di sinistra in Francia?

«Se il Nuovo Fronte Popolare diventasse il fulcro del prossimo governo ci troveremmo di fronte ad una politica immigrazionista e ad un approccio lassista nei confronti della sicurezza e del sistema giudiziario. Possiamo anche aspettarci una politica sociale irresponsabile con, ad esempio, un aumento del salario minimo a 1.600 euro che sarà insostenibile per la maggior parte delle aziende. E che dire del progressismo sociale? Il Nuovo Fronte Popolare, ad esempio, si batte per la libertà di cambiare genere semplicemente facendo una dichiarazione in municipio».

Il sistema elettorale francese del secondo turno favorisce la formazione di ampie coalizioni al solo scopo di sconfiggere la destra, non pensa che andrebbe cambiato?

«Non sono sicuro che la colpa sia tutta del sistema elettorale. Ovviamente, la rappresentanza proporzionale fornirebbe un quadro più accurato dello stato delle forze politiche. Ma il problema non è solo istituzionale: è soprattutto ideologico. Tra i due turni di voto c'è stata una crescita di una narrativa ideologica per dipingere il Rassemblement National e i suoi alleati come la peggiore specie di orrori con molti media che hanno dato il loro incondizionato sostegno».

Cosa ha impedito alla destra di vincere le elezioni? Cosa è andato storto nella campagna di Le Pen?

«Evidentemente ci sono punti deboli da parte della RN: una linea non sempre chiara, con numerose inversioni di programma e divergenze nella comunicazione, una difficoltà a convincere le persone della sua competenza e della sua capacità di guidare il Paese. Ha sofferto anche di alleanze incomplete: la spaccatura dei repubblicani gli ha permesso di beneficiare solo di alcuni degli alleati che avrebbe potuto avere dalla sua parte. Ma lo schiacciasassi dei media sul pericolo fascista è stato così intenso, con un'incredibile quantità di falsità dette sul partito di Jordan Bardella che dovrebbe mettere in secondo piano le debolezze intrinseche e reali della RN».

Come influirà il voto francese sugli equilibri europei? Crede che il Rassemblement National si unirà al gruppo di patrioti lanciato da Orbán?

«Il presidente del Rn Bardella, ha confermato che l'8 luglio si costituirà a livello europeo un nuovo gruppo conservatore con il Rn.

Per la Francia, l'obiettivo del Rassemblement National è ora quello di conquistare il potere nel 2027. In un certo senso, le politiche che la sinistra perseguirà nei prossimi mesi renderanno il loro compito più facile».

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