Il candidato «renziano» si sfila Greco procuratore di Milano

Il capo di gabinetto di Orlando a sorpresa si è ritirato spianando la strada all'ex Mani pulite Per lui niente unanimità: 17 sì, 4 no e 4 astenuti. Il vice presidente Csm Legnini: nessun ritardo

Anna Maria Greco

Roma Era già il superfavorito, ma ad assicurare un voto a larga maggioranza del Csm al nuovo procuratore di Milano Francesco Greco, è stata la decisione a sorpresa di Giovanni Melillo di ritirarsi dalla corsa a tre, lasciando come antagonista solo l'altro aggiunto meneghino Alberto Nobili. Il capo di gabinetto del Guardasigilli Andrea Orlando si è tirato fuori con una email, evitando di esporsi ad una prevedibile votazione del plenum a suo sfavore. Così, sull'ex pm di Mani Pulite, 64 anni di cui 37 in magistratura, capo del pool milanese sui reati economici e finanziari, si sono concentrati 17 voti, dei gruppi di Area e di Unicost, dei laici di centrodestra Casellati e Zanettin, di centrosinistra Fanfani e Balducci, di Sc Balduzzi. Maggioranza larga, ma non unanimità com'era stato per il predecessore Edmondo Bruti Liberati, andato in pensione a novembre. A Nobili sono andati i voti dei tre togati di Mi e di quello di A&I. E Claudio Galoppi ha sottolineato la necessità di una gestione «più partecipativa» della procura, senza magistrati «di serie A e di serie B». Delusi e astenuti il primo presidente e il pg della Cassazione, Gianni Canzio e Pasquale Ciccolo che, come il laico di Ncd Leone, puntavano su Melillo e hanno precisato che la sua posizione fuori ruolo, le esperienze ora al ministero e prima al Quirinale, non può essere un problema, ma anzi una prova di «servizio alle istituzioni».

Nessun ritardo del Csm nella nomina, ha detto il vicepresidente Giovanni Legnini, che non ha partecipato al voto, mentre era assente il laico M5S Zaccaria. «È difficile rintracciare una pratica così spedita e sollecita». Una risposta alle polemiche sul fatto che il vertice di uno degli uffici giudiziari più importanti d'Italia era scoperto da quasi sette mesi. Legnini ha anche assicurato che la scelta in commissione si è basata sui profili professionali dei candidati, senza «ragioni interne o esterne che hanno potuto condizionarla».

Il plenum straordinario di ieri è stato fissato anche per smentire le voci su uno slittamento voluto della nomina, in attesa delle amministrative. Si è capito che la strada per Greco era spianata quando Legnini ha informato che Melillo si era ritirato e la relatrice che lo sosteneva, Elisabetta Alberti Casellati, ha annunciato il voto per Greco. La cui candidatura è arrivata al plenum in pole position: 3 sì in commissione, 1 a testa per gli altri.

Nessuna distinzione «ideologica» tra i candidati, tutti del cartello delle correnti di sinistra Area, ma Melillo avrebbe rappresentato una scelta esterna alla procura, rompendo la tradizione.

Su di lui, però, pesava la vicinanza al governo Renzi, poco gradita alle toghe soprattutto dopo gli attriti per ferie, responsabilità civile e riforme varie, alimentati anche dal presidente dell'Anm Piercamillo Davigo. Vecchia stella di Tangentopoli, proprio come Greco, promosso sempre ieri dal Csm presidente di sezione di Cassazione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica