Nuovo cortocircuito in manovra, questa volta sulla cannabis light. Prima il tentativo, attraverso un emendamento di Fratelli d'Italia, di renderne nuovamente legale la vendita - dopo il giro di vite imposto dal Decreto sicurezza - ma con una maxi tassazione. Poi la marcia indietro del partito della premier che, dopo una prima giustificazione formale della mossa, annuncia che l'emendamento sarà ritirato.
L'emendamento alla legge di Bilancio portava la firma dal senatore di Fratelli d'Italia Matteo Gelmetti. La "vita" di questa proposta è durata, però, soltanto poche ore. Già in serata fonti parlamentari ne hanno annunciato il ritiro.
L'idea era quella di estendere la legge sulla canapa del 2016 allargandola alle "infiorescenze fresche o essiccate e derivati liquidi" per uso "da fumo o da inalazione". Il contenuto di Thc (cioè il principio attivo della cannabis) non avrebbe dovuto, però, superare lo 0,5 per cento. Delegando quindi l'Agenzia delle Dogane e monopoli - come recitava il testo emendamento - a stabilire, "per i punti di vendita specializzati esistenti", "le modalità e i requisiti per l'autorizzazione alla vendita e per l'approvvigionamento".
L'idea era sì quella di "legalizzare" ma non a promuovere l'uso della cannabis light. Al contrario. E l'espediente era semplice: introdurre una tassazione al 40 per cento.
La notizia del ritiro tacita le polemiche che erano state sufficientemente infuocate nel pomeriggio all'annuncio della proposta emendativa di Fratelli d'Italia. Pur applaudendo il "momentaneo" passo indietro sul Decreto sicurezza, in molti puntano l'indice sulla posizione fin qui tenuta dalla maggioranza di governo. "La destra oggi prova a riscrivere ciò che ha distrutto - aveva dichiarato il segretario dei radicali Filippo Blengino dopo aver letto il testo dell'emendamento -. Apprendo con sollievo che la destra si stia arrendendo alla realtà vietare la cannabis light ha significato regalare un intero settore alla criminalità. Il tutto per una pianta che non ha alcun effetto psicoattivo". Sempre i radicali hanno sottolineato il disgusto per la tassazione al 40 per cento. Più sferzanti i commenti lanciati dai profili social da Riccardo Magi di +Europa ("siamo alle comiche") e del capogruppo dei Cinquestelle Stefano Patuanelli ("pagliacci"). Anche Angelo Bonelli di Avs torna sull'argomento ricordando che la "produzione di cannabis light fa lavorare oltre 20mila persone che con il Dl sicurezza sono state di fatto collocate nell'illegalità mentre in Europa è legale".
L'annuncio dell'emendamento e del suo repentino ritiro arriva all'indomani della decisione della gip del Tribunale di Brindisi, Barbara Nestore, di sollevare la questione di legittimità costituzionale dell'articolo 18 del Dl sicurezza nella parte in cui vieta "l'importazione, la cessione, la lavorazione la
distribuzione e il commercio di prodotti costituiti da infiorescenze da canapa". La gip rileva che il "divieto introdotto dall'articolo 18 del Dl sicurezza sembra impedire la libera circolazione di una merce all'interno della Ue".