Di «stretta finale» e di ultimo miglio della trattativa nel centrodestra si parla ormai da molte settimane. La lunga guerra di nervi questa volta, però, è davvero vicina alla conclusione. I tempi tecnici - leggi presentazione di simboli e liste - impongono di mettere da parte i tatticismi e giocare con le carte in tavola.
Silvio Berlusconi e Matteo Salvini si apprestano ad avviare ufficialmente il confronto. La data non è stata ancora definita, ma si va verso un primo summit a due che dovrebbe avvenire tra domenica e martedì. Un faccia a faccia in cui i due leader affronteranno a quattr'occhi i temi più caldi e getteranno le basi per costruire l'alleanza. Dopo questo primo passaggio si svolgerà poi un vero e proprio vertice in cui si incontreranno il leader di Forza Italia, quello della Lega e Giorgia Meloni. Resta da definire se in questo primo incontro ufficiale sarà presente anche Noi con l'Italia, ovvero la cosiddetta quarta gamba. Di certo ieri c'è stata una prima «lunga e cordiale telefonata» in cui i due leader hanno commentato i sondaggi che danno il centrodestra vicino al 40%. Inoltre le squadre sono già al lavoro per la stesura del progamma con alcuni pilastri: «flat tax; creazione di posti di lavoro con decontribuzione per chi assume giovani; rafforzamento della sicurezza e contrasto all'immigrazione clandestina.
Nella giornata di ieri Matteo Salvini, dopo il consiglio federale in Via Bellerio a Milano, aveva messo in campo un mix di ottimismo e orgoglio identitario, ribadendo di essere pronto a guidare il centrodestra, se gli italiani gli daranno fiducia. Secondo i sondaggi «il centrodestra vincerà le elezioni del 4 marzo, con una Lega trainante». «Evito di seguire le vicende di quarte, quinte o seste gambe, perché non è un problema mio. Penso che un governo possa stare anche su tre gambe, i miei interlocutori sono due: chi vuole fare esperimenti di eugenetica, se ne farà carico». Un modo per far sapere che non intende concedere collegi uninominali a «Noi per l'Italia». In precedenza, in una intervista a Repubblica, Salvini aveva tentato un altro affondo, proponendo come criterio per definire la gerarchia interna in vista della definizione nelle candidature nei collegi «un mix tra l'ultimo dato elettorale vero, quello delle amministrative 2017, calibrato con una media ponderata di alcuni sondaggi, i più attendibili. Voti veri e voti virtuali».
Le parole di Salvini dalle parti di Forza Italia vengono accolte con pragmatismo. «Fa parte del gioco» spiegano fonti azzurre. «Ci vuole pazienza. È arrivato il momento di stringere e il leader leghista cerca di alzare il prezzo, di dettare condizioni. La trattativa è solo all'inizio, ma i sondaggi dicono chiaramente che Forza Italia si è staccata. Le Amministrative nel computo per definire i candidati nei collegi? Bene, allora consideriamo anche il risultato siciliano». Per quanto riguarda l'affondo contro la quarta gamba Forza Italia confida nel buon rapporto tra Lorenzo Cesa e lo stesso Salvini, anche se il vero nodo è la presenza in quel contenitore di Flavio Tosi, l'ex sindaco di Verona che ha rotto da tempo con la Lega. Sullo sfondo si continua a lavorare per risolvere l'intricato nodo del candidato per la Regione Lazio.
I risultati del sondaggio sul consenso di partiti e (possibili) candidati si conoscerà non prima di lunedì o martedì prossimi. In pole position c'è Maurizio Gasparri, come outsider civico si pensa al presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti.
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