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Cantiere centrodestra: summit all'orizzonte

Venerdì vertice Berlusconi, Salvini, Meloni Accordo in vista sugli ultimi governatori

Cantiere centrodestra: summit all'orizzonte

Roma - Venerdì potrebbe essere la giornata giusta. Il vertice di centrodestra per rinsaldare i legami tra Lega, Forza Italia e Fdi dovrebbe servire a concordare un'opposizione comune al governo Conte bis e a decidere i candidati governatori delle Regioni che andranno al voto, dopo l'Umbria a fine ottobre su cui c'è già l'accordo sulla leghista Donatella Tesei. Matteo Salvini a dire il vero va un po' per conto suo, fa la parte del leone e ha lanciato Lucia Borgonzoni per l'Emilia Romagna, che va al voto il 26 gennaio. Ma prima, a dicembre, ci sarà la Calabria, che nel precedente vertice è stata assegnata a Fi e per la quale il coordinamento regionale ha indicato, in una riunione durante la convention azzurra di Viterbo, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto. Salvini, però, sembra contestare l'intesa e anche Giorgia Meloni vorrebbe piazzare uno dei suoi. Su Toscana, Liguria, Puglia (Fdi potrebbe volere Fitto), Marche e Campania, che andranno alle urne l'anno prossimo, ancora è tutto da discutere.

Domenica i tre leader si sono sentiti per gli auguri di compleanno a Silvio Berlusconi, che giovedì sarà a Bruxelles per partecipare alle sedute del parlamento europeo, ma il giorno dopo potrebbe rientrare a Roma invece che a Milano, per il vertice. La Meloni conferma che l'intenzione è questa: «Penso che questa settimana, alla fine, ci vedremo per definire le presidenze di Regione». La leader di Fdi, intervistata su Sky, minimizza sugli attriti con Berlusconi, dopo le ultime dichiarazioni a Milano sui «fascisti» sdoganati proprio da lui. «Per me non è cambiato nulla. Ho visto delle dichiarazioni un po' forti nelle ultime ore, ma insomma Berlusconi l'ho anche sentito ieri (domenica, ndr)». Sottolinea che in una coalizione è normale che ci siano rapporti competitivi: «Ma sono anni che si lavora insieme». La leader di Fdi allude ai sondaggi sul sorpasso del suo partito su Fi, ma le elezioni non sono più all'orizzonte. Il senatore azzurro Francesco Giro è molto ottimista: «Abbiamo dei sondaggi davvero incoraggianti. Fi ha fatto un balzo in avanti al 10% . Sarà stata la meravigliosa sfuriata di Berlusconi di Milano? L'altro ieri (sabato, ndr) a Berlusconi ho detto che l'operazione 20% in un anno è possibile perché l'Italia ha fame di centro e diffida degli estremismi di destra e di sinistra. In tutta Europa è così».

Sestino Giacomoni, del coordinamento nazionale, nota che sono più gli alleati stavolta a premere per l'incontro a tre. «Finalmente - dice - c'è la consapevolezza in Savini e nella Meloni che il centrodestra deve rimanere unito e che da solo il polo sovranista (che al massimo può raggiungere il 35-37 %) non vincerà mai contro Pd e M5s uniti che toccano il 46%. Dunque, tutti devono augurarsi che Fi cresca».

La nascita del nuovo partito di Matteo Renzi, però, insidia lo spazio di Fi al centro e nell'intervista sul Foglio l'ex premier presenta un programma che ha molti punti di contatto con quello azzurro, riveduto e corretto. Tra i parlamentari di Fi una parte guarda con interesse a Italia viva e Francesco Cicchitto dice chiaro, in un'intervista su La Verità, che vede per il partito una futura alleanza con Renzi: «Basta con la linea a zig zag.

Bisogna formare un centro moderato insieme a Italia viva».

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