Cantieri, i pm arrestano Milano. "Espansione edilizia eccessiva"

Blitz e addebiti gravi per l'assessore Tancredi, il costruttore Catella e altri quattro L'accusa dopo una ventina di inchieste: corruzione per moltiplicare le volumetrie

Cantieri, i pm arrestano Milano. "Espansione edilizia eccessiva"

Non era solo la smania di crescere e di costruire, dice la Procura della Repubblica, ad animare burocrati e assessori del Comune di Milano nello spianare la strada a progetti urbanistici illegali. C'era anche la corruzione, un viluppo di affari, di rapporti, di bugie in cui non viaggiavano valigie di banconote ma incarichi professionali da centinaia di migliaia di euro. Tangenti, dunque. Così ieri mattina scatta l'operazione che segna un brusco, impressionante salto di livello nelle inchieste che da oltre due anni martellano la giunta di centrosinistra del capoluogo lombardo, e che ora va a colpire nel cuore del potere politico e degli affari: il procuratore Marcello Viola e i suoi pm chiedono l'arresto di Giancarlo Tancredi, assessore alla Rigenerazione urbana, nominato dal sindaco Sala, e di Manfredi Catella, il più importante tra i costruttori attivi sulla scena milanese, protagonista con la sua Coima di alcuni tra i più importanti progetti di sviluppo nella città del terzo millennio. Insieme a loro i pm chiedono altri quattro arresti, tra cui ci sono i professionisti collocati da Tancredi, con il consenso del sindaco, nella commissione Paesaggio, punto nodale del via libera ai piani di espansione, Giuseppe Marinoni, ex docente al Politecnico, e Alessandro Scandurra, già progettista per Expo ai tempi di Beppe Sala, che avrebbero piegato il loro parere ai voleri di Catella e degli altri costruttori. A sostenere le pressioni di Catella, l'archistar divenuto il simbolo del "rito Ambrosiano", Stefano Boeri, già indagato per falso e lottizzazione abusiva, e ora indagato anche per induzione indebita. Così ieri il presidente della Triennale: "Sono convinto che io e il mio studio abbiamo operato in maniera corretta a proposito di un'architettura (la cosiddetta Torre Botanica) che da tempo, come è noto, è stato deciso di non realizzare. Confido che l'autorità giudiziaria accerterà al più presto la mia totale estraneità alle scorrettezze che mi vengono imputate".

Ventiquattro le perquisizioni che scattano da parte della Guardia di finanza. Alle 10,17 Viola dirama un comunicato che colpisce per la durezza dei toni, spiega che le indagini hanno accertato "profili di incontrollata espansione edilizia" nella città. È la sintesi di quanto la Procura ha condensato dal 2023 in una ventina di inchieste su cantieri di quasi ogni zona della città, tutti caratterizzati dalla moltiplicazione delle volumetrie, e varati sulla scorta di autocertificazioni e procedure semplificate. Inchiesta dopo inchiesta, l'attivismo senza precedenti della Procura sul fronte dell'urbanistica ha logorato fino allo sfinimento i rapporti tra magistratura e giunta comunale. In polemica aperta con i pm sono scesi in campo politici, costruttori, professionisti, schierati in modo trasversale a difesa del "modello Milano". La Procura ha reagito innalzando il livello dello scontro, chiedendo senza riuscirci l'arresto di Boeri per uno dei progetti-simbolo della giunta Sala, la Biblioteca europea di cultura, e arrestando in marzo l'ex potente capo ripartizione dell'Urbanistica, Giovanni Oggioni. Timidi tentativi di dialogo tra Procura e Comune sono naufragati prima ancora di cominciare. E la Procura è ritornata a scavare, fino al terremoto di ieri che colpisce al cuore il potere cittadino. Citando una intercettazione di Marinoni, la Procura sostiene che di fatto sarebbe stato realizzato un "Pgt ombra", un piano regolatore parallelo, che decideva il futuro di Milano al posto del piano ufficiale.

La richiesta di arresto colpisce insieme a Catella, Tancredi, Marinoni e Scandurra anche i costruttori Andrea Bezziccheri (cui sono stati trovati e sequestrati 120mila euro) e Federico Pella, di Bluestone e J+S: verranno tutti interrogati il 23 luglio, dal gip Mattia Fiorentini, che dopo avere sentito le loro spiegazioni ("la trasparenza e la legalità sono fondanti per il nostro gruppo e avremo modo di affermarlo con determinazione anche in questa circostanza", preannuncia Catella) deciderà se accogliere la richiesta. A colpire, nella richiesta di arresto, è l'elenco delle operazioni immobiliari che per la Procura sono state inquinate dagli appetiti dei costruttori e dei professionisti, con l'appoggio di Tancredi, di Sala e del dg Christian Malangone. Non se ne salva praticamente nessuna: a partire da altri due fiori all'occhiello della giunta Sala, le Olimpiadi invernali 2026 e i progetti sul futuro dello stadio Meazza. E poi le grandi terme sorte al posto delle vecchie scuderie di San Siro, o il "Pirellino", il grattacielo comunale comprato da Catella e riprogettato da Boeri. L'assessore Tancredi avrebbe "fatto proprie le minacce di Catella e Boeri" di rompere le relazioni con il Comune se il progetto non fosse stato approvato. Non c'è traccia, come non ce n'era nelle accuse a Oggioni, di passaggio materiale di denaro. Ma per la Procura poco cambia, la contropartita sono gli incarichi professionali lautamente remunerati.

Nella ricostruzione dei pm il meccanismo è semplice: Marinoni viene confermato da Tancredi al vertice della commissione Paesaggio, nonostante il suo conflitto d'interesse visti i rapporti con le aziende costruttrici, e da lì spiana i progetti cari ai big del mattone. Come Catella, o come Pella che poi smista a una lunga serie di aziende i progetti sbloccati grazie ai suoi amici in Comune. Così, dice la Procura, funzionava il "modello Milano".

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