
Sul Ponte (non) sventola bandiera bianca. L'approvazione del Dl Infrastrutture e l'inizio dei lavori per l'opera da 14,6 miliardi di euro che collegherà Sicilia e Calabria lacera la politica. Da un lato il centrodestra con il ministro dei Trasporti Matteo Salvini che vede il cantiere gestito da Webuild aperto «già da questa estate», dall'altro l'opposizione che blatera di «norme truffa per ingannare la Ue.
«Con il Ponte cambieremo la storia d'Italia e dell'ingegneria mondiale», dichiara il leader leghista durante una conferenza stampa, ipotizzando che non ci saranno intoppi nel via libera di Mase e Cipess. «Non sarà solo un modello di ingegneria e coraggio, ma anche di efficiente e scrupolosa lotta alle mafie», aggiunge Salvini, grazie al decreto che prevede norme rigidissime come l'iscrizione obbligatoria all'anagrafe antimafia degli esecutori e l'assenza di forme di silenzio-assenso.
È il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi a spiegare come funzionerà la vigilanza contro le infiltrazioni, già ipotizzata nell'indagine che ha portato a indagare l'ex numero due dell'Antimafia Michele Prestipino per «rivelazione di segreto d'ufficio» ai vertici del Consorzio Eurolink, i due ex prefetti Gianni De Gennaro e Francesco Gratteri: «Il decreto Infrastrutture trasferisce la competenza sulla realizzazione dell'opera a una struttura di prevenzione antimafia centralizzata presso il Vimilane», come già sta avvenendo per Milano-Cortina 2026, è l'annuncio al termine della riunione al Mit tra i ministeri, la Stretto di Messina spa guidata da Pietro Ciucci e gli esperti antimafia che a vario titolo collaboreranno in previsione dei lavori per il Ponte, «progettato per restare in campo elastico anche con magnitudo superiore a 7,1», sottolineano gli ingegneri che stanno lavorando al progetto dopo le perplessità avanzate nei giorni scorsi sulla reale tenuta della grande opera in una zona ad altissimo rischio sismico. «Così stiamo valorizzando il coordinamento sul territorio delle Prefetture, delle Direzioni investigative antimafia su possibili condizionamenti e infiltrazioni», dice Piantedosi.
La norma inizialmente prevista che dava alla società dell'ex ad Anas la classificazione di «stazione appaltante qualificata» che avrebbe velocizzato le attività è stata stralciata, «la società non aveva i requisiti richiesti come track record, perché è una start up», ha spiegato Ciucci, secondo cui la scelta potrebbe cadere proprio su Anas, «nostro azionista importante», ricorda il manager.
«Vista la faciloneria con cui è stato portato avanti il dossier diffidiamo delle frottole di Savini», dice M5s, scettico sul timing leghista e sui «nodi geologici e sismici ancora da sciogliere» visto che «la documentazione sull'opera è fallace». Di «norma truffa» parla invece il leader Avs Angelo Bonelli, secondo cui il decreto Infrastrutture «aggira la normativa Ue e il Codice degli Appalti per evitare una nuova gara d'appalto» e il Ponte che doveva costare appena 6,7 miliardi nel 2011 ne costerà più del doppio.
Risorse sprecate secondo Bonelli «su una grande opera faraonica inutile, anacronistica e devastante per l'ambiente».«Risponderemo coi fatti ai gufi che definivano il Ponte una chimera», è la controreplica dello stato maggiore leghista.
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