Caos governo, stato di emergenza a Tripoli

Posti di blocco nelle strade per l'arrivo da Tunisi di 4 esponenti dell'esecutivo unitario

Tripoli Si allontana la prospettiva della creazione di un governo di unità nazionale in Libia. Il primo ministro di Tripoli (governo islamista non riconosciuto dalla comunità internazionale), Khalifa Ghwel, ha dichiarato lo stato di emergenza dopo che sono iniziate a circolare voci sull'arrivo nella capitale libica di quattro esponenti del Consiglio presidenziale del governo di concordia nazionale di Fayez al-Serraj. Lo ha riferito il sito di Libya Herald, citando un comunicato diffuso la notte scorsa. Nella nota è precisato che Ghwel ha ordinato ai ministri della Difesa e dell'Interno, oltre che al capo dell'intelligence e ai leader delle «brigate rivoluzionarie», di adottare tutte le misure necessarie per proteggere il suo governo. In particolare il primo ministro ha chiesto di incrementare il numero di checkpoint nella capitale e le misure di sicurezza intorno ai palazzi del potere. Nei giorni scorsi Ghwel aveva dichiarato di non volere cedere il potere al governo proposto dall'Onu. Nella tarda serata di giovedì - ha sottolineato Libya Herald - sono circolate voci sempre più insistenti dell'arrivo da Tunisi a Tripoli di quattro esponenti del Consiglio presidenziale con l'obiettivo di preparare l'arrivo di al-Serraj, premier designato del governo di concordia nazionale. Fonti del Consiglio presidenziale interpellate da Libya Herald non hanno confermato né smentito la notizia. I quattro sarebbero Ahmed Maetig, Fathi Majberi, Abdelsalam Kajman e Mohamed Ammari e si sarebbero diretti nella zona del complesso residenziale di Palm City, ovvero dove dovrebbe stabilirsi il quartier generale del Consiglio. Un'altra fonte vicina a Maetig ha rivelato che al-Serraj sarà a Tripoli «entro tre giorni».Isa Abdel Majid, consigliere del presidente dell'altro Parlamento libico, quello di Tobruk, Aguila Saleh, ritiene che «sia molto difficile che Fayez al-Serraj riesca ad entrare a Tripoli per insediarvi il suo governo».

Majid ha detto che «il governo di al-Serraj resterà in esilio a Tunisi in quanto al momento non ha alcuna autorità nel Paese. Nessuno esegue i suoi ordini e non ha la possibilità di insediarsi». Secondo Majid, «l'80 per cento dei componenti del governo di riconciliazione nazionale proviene dalle file dei Fratelli musulmani».

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