Cara Annamaria ti rispondo

La risposta dei lettori alla rubrica "Lettere d'estate" a cura di Annamaria Bernardini De Pace

Cara Annamaria ti rispondo

Cara Annamaria,
esprimi analisi tristi quanto realistiche, sull'analfabetismo emotivo, nelle lettere pubblicate questa estate.
Ognuno ha commentato come ha potuto, alcuni concentrati sul vissuto personale senza andare oltre.
Le tue parole, a mio avviso, illuminano sui tormenti, gli errori e l'inquietudine dell'esistenza contemporanea. Non è necessario avere empatia con te o con i personaggi che descrivi. Non è necessario declinare profili di moralità.
Purtroppo l'educazione emotiva e la crescita affettiva non sempre fanno parte dei progetti formativi.
Il coraggio e la responsabilità non sempre fanno parte dei paradigmi del benessere. C'è ancora chi percepisce la ricchezza come accumulo di denaro e di beni materiali, ossessionati dal possesso e dai risultati economico-finanziari.
Le «vittime» non mi sono mai piaciute... ma in effetti non sempre sono consapevoli di esserlo... fino a quando i fatti non parlano più chiaro delle parole; sono d'accordo con te: il vero complice del traditore spesso non è l'amante.

Margherita Dell'Orto

Cara, nostro figlio non è bastato, come credevi, a tenerci conviventi a vita. A pensarci, avresti dovuto accettare, visto quanto sei materialista, la mia offerta di comprare casa a metà, assieme in parti uguali. Così oggi non solo "non" mi avresti mandato via, ma avresti potuto con più convincimento fare ancora la povera vittima, genere sesso debole, anche se fulminata da un altro.
Mi consola sapere che comunque non dovrai recarti da un avvocato o Avvocato. Grazie al fatto che non ho voluto sposati fino ad oggi. Pensa. Di questi tempi potrebbe essere o avrebbe potuto essere più pericoloso che dialogare col boia.
Senza pensare a quanti denari risparmi. Grazie a me. Ma non mi aspetto davvero che tu mi sia grata.

Ladl

Nei Suoi racconti «esige, subisce e pone fine» a relazioni che la vedono sempre vittima del «misero maschietto di turno», capace di inimmaginabili bassezze (reali e veritiere).
Comprendo le esigenze di chi scrive, le necessità di contradditorio (dove provvedono a controbattere evidenziando quelle femminili) e la curiosità suscitata da certi argomenti, ma chiedo: «Perché non provare a raccontare di chi si batte (con vittorie e sconfitte) per provare a superare gli ostacoli che inevitabilmente si presentano, non é detto che ci si debba per forza lasciare».
Ieri sera in una simpatica commedia il protagonista diceva alla moglie in un momento buio della loro unione: «Ti ho sempre amata, anche quando ti ho odiata». Questo siamo, capaci di miseria e nobiltà, ma solo insieme diveniamo qualcosa di unico, finito, completo.
Con simpatia

Oreste Cirelli

Avvocato, grazie per le «lettere d'estate» che ci sta regalando. Sono dei racconti ben argomentati perché traggono spunto dalla sfera privata dell'individuo, nel suo modo di vivere gli affetti, l'amore la sessualità.
Tra l'altro, da eccellente professionista, avrà avuto modo di notare come ogni persona di fronte a una identica situazione reagisce ed agisce in maniera diversa.

Lina Rabbito, Ragusa

Cara «amica mai»,
convengo con le lettera del professor Luciano Pranzetti di scegliere argomenti diversi dal teatrino di attori scadenti che desiderano aprire la propria esistenza a storie d'amori, tradimenti, orgasmi, avventure dentro e fuori dal matrimonio.
Gli amanti hanno un ruolo speciale che limita l'amore sotto l'ombelico, un sorriso verticale piumato desiderabile che riceve dal maschio un effetto duraturo.
Le lettere alla gentilissima Annamaria sono in gran parte romanzotti che sviluppano il piacere del letto ed il suo abbandono per assuefazione a nuovi orgasmi. Sono racconti di storie familiari che nascondono il desiderio di un cambiamento che provoca brividi di piacere che all'inizio di un rapporto sembrano canti d'amore mentre sono soltanto un'attrazione reciproca. Nell'articolo del bravo Paolo Guzzanti c'è quasi tutto per una nuova trasmissione televisiva e trova la sua accoglienza fra coloro, lettori, che ritrovano un po' di se stessi.
I racconti rosa dovrebbero avere un'altra locazione fra le pagine degli amatori. Non escludo a priori i vostri servizi, ma sono certo che gli scritti sono in gran parte falsati (non da voi!) ma da gente che vuol sentirsi ascoltata col proprio nome sul giornale. Ho semplicemente detto ciò che penso con la modestia di chi non vive e opera nel vostro settore.

Raimondo Orrù

Egregio direttore Sallusti, posso fare una critica? Se sì, proseguo. In questi giorni sembra di leggere un giornale pornografico. Ho letto solo le prime tre tornate, poi ho detto basta.
D'accordo che oggi le persone al di sotto di una certa età, con le dovute differenze, nel senso che ce ne sono anche di quelle che solo in là con gli anni, vivono di sesso, e sembra che nella vita valga più di tutto. Al posto della testa, gli uomini hanno l'organo sessuale femminile, mentre le donne, ovviamente, hanno l'organo sessuale maschile. C'è poi la grande confusione tra l'amore e il sesso. L'amore è un sentimento che non può anche non condurre alla pratica sessuale, mentre la pratica sessuale può essere fine a se stessa. L'amore è quel sentimento pieno di responsabilità che ti fa vivere anche 62 anni assieme e a distanza di 4 ore uno dall'altra si muore, come la cronaca dei giorni scorsi racconta.
Una bella differenza.

Specialmente in questi tempi per vendere bisogna fare di tutto, ma fortunatamente avete dei giornalisti con i fiocchi che è un piacere leggere.
Sarei curioso di leggere, sul caso sopraesposto, della signora Bernardini De Pace.

Italo Taroni

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