Caro uomo ti scrivo...

Cara mamma delle mie disgrazie

Io, tu, papà: sei la madre di tutte le mie disgrazie

Cara mamma delle mie disgrazie

Cara mamma,

che palle. E però grazie della lettera, prima o poi avrei dovuto scriverti io, e me ne hai dato l'occasione. Cerco di andare per ordine.

1) Ti lamenti che io abbia bloccato papà su Facebook, ma poi lo definisci «soltanto un uomo». Mi scrivi che «vedi intorno a te soltanto uomini traditori», che hanno nel Dna il compito di propagare la specie. Veramente noi nel Dna abbiamo il sesso, e la prosecuzione della specie l'avete più voi donne, e non solo questo. Insomma, prima siete depresse perché non avete figli, poi avete la depressione postparto, poi siete depresse con i mariti perché avete rinunciato alla vita per i figli che in realtà sono serviti a riempire la vostra vita vuota, e la verità è che deprimete tutti intorno. In ogni caso ti rivelo una cosa: non ho bloccato papà su Facebook, è lui che ha chiuso l'account per non essere spiato da te. Noi ci sentiamo tutti i giorni, e anche su Facebook ha un altro profilo dove lui ha bloccato te.

2) Parli del rapporto con la mia ragazza e sostieni che «non condivido con lei progetti e percorsi». Mi fai ridere, ma se non mi stessi facendo una canna mi faresti piangere. In ogni caso stai tranquilla, non finiremo mai come te e papà, e ora che finalmente ti ha lasciata non finirò mai come te (e spero di andarmene pure io al più presto). Piuttosto mi sparo.

3) A proposito di progetti e percorsi, sappi che quando è arrivata la tua lettera stavamo appunto pensando di andare a fare un coast to coast negli Stati Uniti, e ce lo paga papà. Ti dirò di più: viene con noi perché con lui ci divertiamo un mondo. Ognuno fa quello che vuole.

4) «Mi piacerebbe anche che imparassi a conoscere le donne e non ti fermassi alla prima che ti ha scelto». Ti piacerebbe? A te, per me? Ma ti senti? Potrò fermarmi dove penso io? Sei gelosa e oppressiva. Come eri con papà, che è rimasto giovane nonostante te, e tu definisci «infantile». Certo, per te tutto ciò che non è noioso è infantile. Per questo papà doveva sentire le sue amiche di nascosto e nascondere perfino la Playstation.

5) Dici che sto lì a perdere tempo con la mia ragazza discutendo «sul colore di smalto che predilige per i suoi piedini». Anzitutto non è una questione secondaria perché lo smalto sui piedi per me è importante, sono un feticista, e cerco di farle capire che deve metterlo rosso e non di quei colori orrendi che ho visto a te. Ma poi perché stai sempre lì a ascoltare di cosa parliamo? Mamma, fatti una vita.

6) Ti dico che bevo «solo birra» perché sennò rompi. In realtà bevo Mojito, Sex on The Beach, Cuba Libre e Vodka Lemon. La birra mi fa schifo.

7) Io e la mia ragazza conduciamo una vita piatta e ripetitiva? Noi? Ma ti sei vista? Inoltre ti chiedi se «ogni tanto» facciamo l'amore? Dico, ma sei impazzita? Guarda mamma, non «facciamo l'amore», se proprio vuoi sapere scopiamo e neppure poco, ma almeno quello, se permetti, non davanti a te.

8) Dici che abbiamo «un cervello mai collegato col cuore». Mamma cara, non siamo più nel Seicento, esprimiti meglio, sembri uno di quei lagnosi per casalinghe tipo Coelho e Gramellini: i sentimenti sono dei circuiti neuronali e una chimica di neurotrasmettitori. Casomai tu non hai il cervello attaccato con il cervello. Altrimenti non leggeresti gli oroscopi, non ti faresti il segno della croce e non mi diresti che se non mi copro prendo il raffreddore (che è un virus).

9) Ti prego, rileggiti ogni tanto a voce alta, guardandoti allo specchio: «Voi uomini purtroppo rimanete adolescenti per tanti anni, anche dopo il matrimonio, se prima non avete morsicato tanti pezzi di vita. E a noi tocca fare le madri dei nostri mariti perché, nel frattempo, siamo diventate adulte. Gli uomini spargono il loro seme, noi accogliamo chiunque nel nostro cuore materno». E poi continui come un disco rotto fino a: «Figlio mio, contraddici nella tua vita di uomo questa mia amarissima condizione». Ma chi sei, un mix tra Lucia Mondella e Giovanna d'Arco? Ancora con questo noi donne, voi uomini? È da quando sono piccolo che sento queste menate, non so come abbia fatto papà a sopportarti tanti anni. Io, se vuoi sapere, per riscattare tutti gli uomini mi immaginavo papà in un film di Tarantino che ti puntava contro un fucile a pompa.

10)E poi ti chiedi pure perché ho sempre le cuffie nelle orecchie con la musica alta. Hai capito adesso?

P.S. Nella tua lettera dici anche un paio di cose giuste. Quando sostieni che chiamo «troia fallita» e «ladra di vita altrui» la nuova compagna di papà.

Forse avendomi origliato al telefono con lui, in realtà parlavo di te, e la vita che hai rubato è la mia.

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