Da caramelle a dobloni: Candy Crush vale sei miliardi

I soldati di Call of duty si sono mangiati le caramelle di Candy crush. E non le hanno pagate nemmeno poco: ben 5,9 miliardi di dollari che al cambio attuale fanno più o meno 5,3 miliardi di euro

Da caramelle a dobloni: Candy Crush vale sei miliardi

I soldati di Call of duty si sono mangiati le caramelle di Candy crush. E non le hanno pagate nemmeno poco: ben 5,9 miliardi di dollari che al cambio attuale fanno più o meno 5,3 miliardi di euro. L'offerta pubblica di acquisto lanciata da Activision Blizzard su King Digital si può visualizzare in questo modo: un produttore di videogame che ne acquista un altro.

Ma dietro questa operazione finanziaria c'è molto di più. In primo luogo, il manager italiano Riccardo Zacconi porta a termine una storia di successo con una sontuosa plusvalenza. E qui si potrebbe partire con il solito refrain delle nostre intelligenze costrette a emigrare per mettere a frutto il proprio talento perché l'Italia non è un Paese per giovani, tantomeno per sviluppatori di videogiochi. Ma non è questo il caso, trattandosi di una precisa scelta di vita di Zacconi, come a breve vedremo. Il secondo risvolto legato a questa acquisizione miliardaria è che il mondo sta cambiando molto più velocemente di quanto si possa pensare: uno dei più grandi produttori di videogame per consolle come Xbox e PlayStation sta spendendo una montagna di soldi per acquistarne uno che ha fatto la propria fortuna con le app per Facebook, Android e Apple.

Ma procediamo con ordine. Riccardo Zacconi è un imprenditore romano 48enne che si è laureato in economia alla Luiss nei primi anni '90. «Avessi fatto il mestiere di papà (un dentista; ndr ) avrei saputo in anticipo come sarebbero stati i miei successivi cinquant'anni. Ma dalla vita volevo imprevisti», ha raccontato in un'intervista a proposito dei suoi esordi. E così scelse di andare in Germania per imparare il mestiere di consulente, lavorando tra gli altri per una big del settore come The Boston Consulting Group. L'intuizione di Zacconi è quella di lanciarsi nel ramo tecnologico. Molla la Germania e si fionda a Londra dove con alcuni colleghi svedesi fonda Spray, un incubatore di progetti innovativi tra i quali Clarence, uno dei primi portali nel quale unisce contenuti e giochi. Spray viene venduta a uno dei big dell'epoca Lycos. Dopo un breve passaggio in una società di venture capital, Zacconi fonda un sito per incontri online uDate.com che viene successivamente ceduto per 220 milioni di dollari. Nel 2003 nasce King Digital che, dopo alcune difficoltà iniziali, svolta nel 2012 con Candy Crush Saga , il gioco delle caramelle che fa impazzire tutti gli utenti di Facebook nonché i possessori di smartphone. Il Financial Times lo ha definito «il guru delle moderne perdite di tempo», mentre il Guardian lo ha inserito tra le personalità più potenti nel mondo dei media dietro a Larry Page (Google), Rupert Murdoch (News Corp/Sky) e Jeff Bezos (Amazon).

Da ieri Riccardo Zacconi ha cessato di essere un Carneade per il grande pubblico italiano perché quando venderà la propria quota (il 9% circa, mentre la maggioranza relativa è in mano al fondo Apax) porterà a casa oltre 500 milioni di dollari, dopo avere incamerato una bella cifra già l'anno scorso tra Ipo (l'azienda è quotata al Nasdaq) e dividendo straordinario. Activision Blizzard ha valutato King Digital 18 dollari per azione, il 16% in più della chiusura di lunedì scorso. Anche se l'economia globale, grosso modo, ha ripreso a tirare, nessuno fa regali a Wall Street. Soprattutto se si considera che la società fondata da Zacconi ha registrato un calo del 27% degli utili nell'ultimo trimestre. Le caramelle di Candy Crush, però, continuano a ingolosire gli utenti: i ricavi sono scesi del 16% a fronte del decremento generalizzato del 20% dei competitor. Per Activision il momento era propizio visto che i titoli erano su livelli relativamente bassi. Al momento dell'ingresso in Borsa, King Digital capitalizzava infatti quanto Hasbro, il colosso che produce Monopoli e Scarabeo.

Unendo le loro forze si creerà un gruppo da quasi ottomila dipendenti con un parco giocatori di quasi 550 milioni di utenti attivi al mese. King Digital resterà indipendente, e i soldi, ha dichiarato Riccardo Zacconi che ne resterà ceo, saranno reinvestiti nel business. Il produttore di videogiochi più forte del mondo è cinese e si chiama Tencent, un colosso che produce Unreal Tournament . Nel primo trimestre del 2015 ha conseguito un fatturato di 4,2 miliardi di dollari. Al secondo posto c'è Electronic Arts (quelli di Fifa ).

Il ceo di Activision, Bobby Kotick ha precisato che l'acquisizione aiuterà il suo gruppo a espandere l'attività e a raggiungere una clientela più vasta (le case d'affari sono entusiaste e hanno alzato le stime; ndr ), sottolineando che il 60% degli utenti di King sono donne e che la forza della società sta nella capacità di produrre giochi per cui non sono necessarie console o hardware particolari. Insomma, è come se l'aggeggio da attaccare alla tv d'un tratto fosse diventato già preistoria.

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