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Caro-energia, per l'Italia spuntano 5 miliardi dai fondi Ue non spesi

Von der Leyen sblocca le risorse per i sussidi. Sul price cap del gas Germania contro tutti

Caro-energia, per l'Italia spuntano 5 miliardi dai fondi Ue non spesi

Buone notizie da Bruxelles e da Amsterdam. La Commissione Ue ha finalmente messo a punto il pacchetto contro il caro-energia contenente pure il price cap «dinamico» ai prezzi del gas. La risolutezza comunitaria ha contribuito a far raffreddare le quotazioni dei future sul metano e l'indice Ttf della Borsa olandese ieri è calato a 112 euro/megawattora, tornando sui valori di giugno.

La proposta dell'esecutivo Ue guidato da Ursula von der Leyen dovrà essere approvata dal Consiglio europeo che inizia domani nella capitale belga. Si articola in 7 punti. Lo strumento più atteso è il price cap il cui funzionamento non è stato ancora definito nei dettagli. In pratica, avrà due possibilità di attivazione. Nel medio termine quando i prezzi saranno in rialzo si fisserà una forchetta di prezzo entro la quale effettuare gli acquisti. Negli scambi quotidiani se si registreranno oscillazioni eccessive. Al momento, non è stabilito quale sarà l'autorità cui sarà demandato il compito di tirare questo «freno di emergenza». Il freno agirà fin quando l'Agenzia Ue per la cooperazione tra i regolatori energetici (Acer) non avrà sviluppato un nuovo indice di riferimento per il prezzo del gas naturale liquefatto (gnl), alternativo al Ttf. Il secondo pilastro è la possibilità per ogni Paese di utilizzare per i sussidi contro il caro-bollette fino al 10% (per un massimo di 40 miliardi) i fondi di coesione 2014-2020 non spesi, derogando anche alla normativa sugli aiuti di Stato. L'Italia ha ricevuto per quel settennio 46,7 miliardi di cui oltre 28 sono stati spesi, dunque il massimo utilizzabile è di 4,7 miliardi. Il terzo pilastro è quello degli acquisti comuni, che dovranno coprire fino al 15% del fabbisogno Ue per l'inverno 2023-2024, che si accoppiano ai risparmi con il target obbligatorio di riduzione del 15% dei consumi.

Su queste proposte non c'è comunione di intenti. Germania, Olanda e Austria hanno già espresso contrarietà al price cap e vorrebbero che ne fosse specificata la natura «temporanea». Non a caso l'aggettivo è risuonato nelle dichiarazioni della presidente Ursula von der Leyen. «Introdurremo un meccanismo temporaneo per limitare i prezzi eccessivi questo inverno, mentre sviluppiamo un nuovo riferimento in modo che il gnl sia scambiato a un prezzo più equo», ha dichiarato. Occorrerà poi valutare quale sarà il prezzo massimo che verrà fissato prima che entri in funzione il cap. Le quotazioni attuali superiori a 100 euro sono elevate rispetto agli standard storici ma se il tetto entrasse in funzione sui massimi dello scorso agosto (349 euro) sarebbe inefficace.

«Dobbiamo tutelare le famiglie più vulnerabili e le aziende; non sarà possibile proteggere tutti dalle conseguenze economiche della guerra in Ucraina», ha detto ieri il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis richiamando i Paesi alla disciplina di bilancio. «Dare sostegni a pioggia a tutti non sarebbe una buona idea perché farebbe aumentare i prezzi ulteriormente e indebolirebbe l'economia», ha spiegato. Anche il ministro tedesco dell'Economia, Robert Habeck, in un'intervista alla Stampa ha sottolineato che non è necessario attivare un nuovo Fondo Sure contro la crisi energetica ma che «dovremmo usare i fondi di Next Generation Eu». Facile a dirsi dopo aver stanziato 200 miliardi per i sussidi contro il caro-energia.

Ecco perché il commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, uscito sconfitto proprio dalla battaglia su un nuovo fondo anti-crisi, non si è dato per vinto.

Il pacchetto presentato ieri, ha detto, «è enorme» ma «naturalmente non sarà l'ultimo».

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