Onorevole Di Maio,
sono Ranieri Romeo ex Comandante di Alitalia. Mi permetta di fare alcune considerazioni circa la gestione del caso Alitalia in cui lei ama ricordare che «ci mette la faccia».
Nella cronologia delle sue dichiarazioni lei ha prima affermato che Atlantia era poco affidabile a seguito di una possibile revoca delle concessioni ad Autostrade. «Fa precipitare gli aerei» diceva in un intervista. Poi ha affermato che «saranno Delta Airlines e Ferrovie dello Stato a decidere se Atlantia è un socio solido per entrare in Alitalia». Oggi Atlantia è dentro.
Diciamo subito che se Atlantia avrà un po' di potere nella gestione futura di Alitalia, considerando le capacità dimostrate nella gestione della sicurezza in Autostrade, ci dobbiamo augurare sia più attenta, altrimenti dovremo volare con altri vettori.
Ma la mia riflessione è concentrata su ben altro, ovvero su di un piano industriale che, sembra di capire, sia ancora sconosciuto o poco raccontato.
Sembra quasi lo stiate montando e progettando al contrario. In una coerente logica industriale, prima si fa un piano di rilancio in cui si identificano obiettivi costi e tempi, poi ci si propone al mercato degli investitori. Ma lei di piano non parla e non accenna a nulla circa il panorama a breve e medio termine che dovrebbe rappresentare l'unica garanzia per i lavoratori. È mio parere che esista un solo piano possibile per Alitalia, che consiste in una diminuzione drastica della flotta di medio raggio, dove le «low cost» la fanno da padroni, e un incremento cospicuo della flotta di lungo raggio, dove il mercato offre ancora spazi di crescita. Non rinuncio al doverle ricordare quanto sia auspicabile una particolare attenzione a non fare regali ai signori francesi di Airbus, tanto amati dai suoi colleghi dei precedenti governi.
Considerando che il costo di un Boeing 777-300 ER si aggira intorno ai 320 milioni di dollari e il possibile ritorno economico di un così ingente investimento non è certo a medio termine, le domando: ma dove li trova investitori, desiderosi di mettere miliardi di euro per un piano a lungo termine ad alto rischio e magari gestito anche dai soliti «geni di Stato»?
Siamo, temo, alle solite chiacchiere, confuse e contraddittorie, che a breve ci annunceranno una collaudata terapia di ossigeno per il cadavere.
Onorevole ministro, noi la faccia e anche altro, ce l'abbiamo messa quando lei era ancora nei sogni dei suoi genitori e la cosa che più mi rammarica, in qualità di iscritto al movimento da circa 9 anni, è che mi ritrovo a chiedermi se lei e i suoi colleghi ministri siate in buona fede ma un po' distratti o abbiate imparato a mentire pur rimanendo distratti.
Ho anche un altro dubbio: se sia meglio essere governati da ladri capaci di risolvere i problemi o da onesti incapaci.
Ma forse i miei dubbi
sono poca cosa davanti al vostro tentativo di rimanere in sella a un cavallo che pare poco promettente.Vedrà, onorevole ministro, la storia la riscriveremo noi dentro le urne. Abbiamo già iniziato con il voto delle Europee.
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