Caro ministro Valditara,
Sono Vittoria S., della prima C di una scuola media di Busto Arsizio.
Vorrei farle sapere che sono molto d'accordo con la sua decisione di vietare il cellulare a scuola e con l'idea di vietare i social sotto i 14 anni, e le spiego il perché. Qualche giorno fa sono andata a una festa e mi sono accorta che la maggior parte dei bambini era attaccata al cellulare: non parlavamo e non riuscivano nemmeno a finire un gioco. Praticamente erano dipendenti dal telefono. Poi, per carità, anche io lo uso ma mai quando sono assieme a bambini della mia età: guardo qualche video sul telefono dei miei genitori alle cene con soli adulti, in emergenza noia! Vedo che nei momenti migliori (cioè quelli tra bambini) spunta sempre un telefono e rovina il clima, creando liti e nervoso, e facendoci perdere un sacco di tempo senza che ce ne accorgiamo. Io penso che un bambino debba vivere appieno la sua vita, già abbiamo pochissimo tempo per giocare.
Grazie dell'ascolto
Arrivederci
Vittoria, 11 anni
Cara Vittoria,
Non sai quale inaspettata gioia sia stata la ricezione della tua lettera. Anzitutto, per una ragione profonda che viene spesso ignorata dagli adulti divorati dai loro affanni quotidiani, e che invece il tuo scritto ci ricorda perfettamente: si fa politica, ci si impegna nel governo di una nazione, per generare qualcosa di buono nella vita delle persone. Non bisogna mai perdere di vista questo obiettivo, a maggior ragione se l'ambito è l'istruzione e le vite sono quelle dei nostri bambini, le vostre vite. Le quali sono anzitutto all'insegna di quella meravigliosa avventura che è la relazione, la scoperta dell'Altro, che poi sono tutti "gli altri" concreti che incontrate, a partire dai vostri coetanei. È per questo che ho voluto vietare l'utilizzo del cellulare a scuola e che sostengo il divieto di accesso ai social network per i minori di 15 anni: per permettervi, come scrivi tu, con pregnante espressione più efficace di tante teorie specialistiche, di "vivere appieno". Sarei venuto meno al mio compito, se avessi chiuso gli occhi di fronte al rischio che le vostre vite fossero impoverite, condizionate negativamente sia rispetto all'apprendimento (che è essenziale per consentirvi di diventare adulti liberi) sia rispetto alle relazioni. Ognuno di voi è un mondo unico e irripetibile, che per sbocciare deve entrare in contatto con gli altri mondi, non ridursi allo scorrimento ripetitivo di uno schermo. Incrociare lo sguardo dell'altro è importante, articolare la propria parola e confrontarla con quella dell'altro è importante, giocare, come molto giustamente scrivi tu, è importantissimo, e nessun gioco è autoreferenziale. Quando leggo, cara Vittoria, che secondo autorevoli ricerche il 25% dei ragazzi ha una dipendenza comportamentale dall'uso del telefonino e dei social network, dipendenza che si ripercuote negativamente nel rapporto con i genitori, con i compagni e con i docenti, interpreto questa percentuale come un appello alle nostre coscienze. Non possiamo arrenderci di fronte alla realtà, dobbiamo lavorare per trasformarla in meglio, per non disperdere quel bene preziosissimo, e tutto umano, costituito dal tempo e dal suo utilizzo. Per passare dal "pochissimo tempo per giocare", che giustamente lamenti, al moltissimo tempo per crescere.
Grazie davvero.
Giuseppe Valditara
ministro dell'Istruzione e del Merito