«Aggressioni gratuite e diffamatorie alla mia persona con toni minacciosi diretti e indiretti». Carola Rackete lo ha fatto, dopo averlo annunciato nei giorni scorsi. Ha presentato attraverso il suo legale Alessandro Gamberini una denuncia alla Procura di Roma per diffamazione aggravata e istigazione a delinquere contro il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Che la avrebbe offesa almeno 22 volte sui social, su Twitter, in tv. Non solo: l'attivista tedesca che alla plancia di comando della Sea Watch 3 ha speronato le imbarcazioni dei finanzieri per attraccare a Lampedusa e far sbarcare 42 migranti ha chiesto anche il sequestro dei profili Facebook e Twitter del leader della Lega e di altri social «propaganti messaggi d'odio».
Per la trentunenne «capitana» tedesca coi dreadlock le «molteplici esternazioni» del ministro degli Interni, «lungi dall'essere manifestazioni di un legittimo diritto di critica sono state aggressioni gratuite e diffamatorie alla mia persona con toni minacciosi diretti e indiretti, coinvolgenti anche il gip di Agrigento Alessandra Vella», come si legge nella denuncia-querela.
Rackete è convinta che il fatto che i profili riconducibili a Salvini «che hanno pubblicato e condiviso i post e le riprese video» possano contare su moltissimi follower abbia fato da megafono alle offese, scatenando i corifei del titolare del Viminale, notoriamente portati a esagerare. Molti dei follower del vicepremier, infatti, secondo il testo della denuncia, «si sono profusi a loro volta in commenti offensivi e implicitamente minacciosi nei miei confronti, che riproducono pedissequamente il suo lessico offensivo: vengo così apostrofata come ricca comunista tedesca delinquente e mercenaria, delinquente, fuorilegge».
C'è poi il reato di istigazione a delinquere, che secondo la comandante della Sea Watch 3 si configura soprattutto nella pubblicazione della foto da ricercata in cui Salvini è ritratto «assieme a un gruppo di donne che svolgono le funzioni di agenti di polizia in divisa; sotto la stessa compare la mia fotografia con la scritta una criminale. Un'immagine che assume la connotazione di una segnalazione pubblica e rimanda ai manifesti dei ricercati (Wanted) e mi indica come bersaglio di condotte minacciose, ingiuriose e diffamatorie, quando non violente». «Nelle parole di Salvini - assicura Rackete - risultano veicolati sentimenti viscerali di odio, denigrazione, delegittimazione e persino di vera e propria deumanizzazione».
E mentre Giorgia Meloni di Fratelli d'Italia parla di «attacco alla libertà», Salvini nemmeno stavolta usa giri di parole per replicare all'iniziativa giudiziaria della «capitana».
«La comunista tedesca, quella che ha speronato la motovedetta della Guardia di Finanza, ha chiesto alla Procura di chiudere le mie pagine Facebook e Twitter. Non c'è limite al ridicolo. Quindi posso usare solo Instagram???». Per ora no. La frase infatti è postata proprio su Facebook.Capitano contro capitana, la sfida continua.
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