Il carrello abbassato e i flap rimasti chiusi. "Era troppo lento". L'ipotesi errore umano

Per gli analisti inglesi il velivolo non aveva sufficiente potenza e tenuta aerodinamica. La "rincorsa" troppo breve. Possibile il guasto al motore

Il carrello abbassato e i flap rimasti chiusi. "Era troppo lento". L'ipotesi errore umano
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Errore umano, guasto tecnico, o forse una terribile congiuntura di entrambi i fattori. A poche ore dalla tragedia del Boeing 787 dell'Air India diretto a Londra, che si è schiantato durante il decollo nei pressi dell'aeroporto di Ahmedabad, le prime indagini ufficiali, assieme al parere di esperti del settore, sono come tessere di un puzzle che dovranno trovare la loro corretta collocazione. Si parte dai video, diffusi in rete e che mostrano il velivolo a bassissima quota sui tetti della città e poi una densa nube di fumo nero per via dell'impatto su un'area residenziale. Gli esperti di aviazione del Regno Unito si interrogano ad esempio sul mistero del carrello rimasto fuori, ben visibile nelle immagini amatoriali. Paul Edwards, analista della sicurezza aerea e membro della Royal Aeronautical Society, ha affermato che normalmente i piloti lo ritraggono in modo che il velivolo possa essere più aerodinamico e prendere rapidamente quota, e non è chiaro perché la procedura sia stata ignorata dall'Air India 171. «Ci sono due elementi necessari per il decollo di un aereo: la velocità adeguata e la rapidità di salita - precisa Edwards -. A questo aereo mancavano entrambe le caratteristiche».

Secondo i dati di Flight Radar riportati dai media indiani, al momento dell'incidente il velivolo si trovava a un'altezza di circa 200 metri. In un altro video, con una visuale nitida sulla pista di decollo, si vede chiaramente che il Boeing fatica ad alzarsi col carrello fuori e perde progressivamente quota. Mentre alcuni piloti che hanno analizzato i filmati dei momenti precedenti l'incidente sostengono che i flap delle ali non sembrano nella normale posizione di decollo. Dovrebbero essere impostati a 5 o 15 gradi, ma a una temperatura dell'aria di 37 gradi e con il pieno di carburante un'impostazione errata impedirebbe all'aereo di salire fino a raggiungere la quota di crociera. Vale la pena ricordare che i flap sono le estensioni mobili delle ali che permettono ai velivoli di librarsi in aria, agendo come una spinta che va dal basso verso l'alto.

Un'altra ipotesi che sta prendendo piede è quella relativa al malfunzionamento o addirittura alla rottura di uno dei due motori (il rumore sentito dall'unico superstite). Il Boeing appare sbilanciarsi verso sinistra, da qui la possibilità di un'assenza specifica della forza propulsiva. Anche in questo caso è necessario specificare che senza entrambi i motori a pieno regime, un velivolo è destinato a schiantarsi, con il carico di carburante che lo trasforma in un gigantesco ordigno. Scenario gestibile quando l'aereo si trova in quota, dove anche un solo motore funzionante può consentire al pilota di atterrare senza dover ricorrere a manovre particolarmente impattanti.

La terza ipotesi riguarda la pista, perché il Boeing 787 inizia la corsa di decollo ben oltre il punto abituale. L'aereo avrebbe usato solo metà della lunghezza disponibile. La scelta, non comune per un velivolo di quelle dimensioni e peso, potrebbe aver ridotto il margine di sicurezza necessario per una salita regolare.

Si tratta del primo incidente in assoluto di un Boeing 787. Il modello Dreamliner ha effettuato più di cinque milioni di viaggi nei 14 anni trascorsi dal suo battesimo. Ne sono stati consegnati più di mille esemplari a decine di compagnie aeree, tra le quali la British Airways e la United Airlines.

La flotta di Boeing 787 era stata tuttavia messa a terra per buona parte del 2013 a seguito di incendi causati dalle batterie agli ioni di litio, che facevano parte del sistema di alimentazione elettrica dell'aeromobile.

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