Roma - Salvini perde consensi? La causa va trovata nel fatto che si è spostato a destra con posizioni ideologiche forti. A sostenerlo è Lorenzo De Sio, ordinario di Scienza Politica alla Luiss. Sulla rivista on line del Cise (Centro italiano studi elettorali) De Sio analizza la parabola del vicepremier leghista trovando analogie con quanto successo prima di lui a Matteo Renzi (passato dal 40% delle Europee del 2014 alla débâcle delle politiche del 2018)
Dall'ormai celebre congresso sulla famiglia di Verona, Salvini ha cambiato passo. Con quali conseguenze?
«L'attacco di Salvini alla Chiesa sui migranti è in linea con l'opinione della maggioranza. Questione differente il concetto di famiglia tradizionale. In questo caso l'opinione pubblica è più tollerante».
Dove Renzi ha sbagliato? E dove Salvini rischia di commettere lo stesso errore?
«Renzi ha spostato a destra, in modo ideologico, la sua azione (Job Act e riforma costituzionale), perdendo parte del consenso. Salvini ha costruito il suo successo su argomenti come la correzione della Fornero e i porti chiusi. Un errore inasprire il suo messaggio politico con una virata ideologica di estrema destra».
I social network usati spregiudicamente e il concorso «VinciSalvini» sembrano però, nonostante facciano sortcere il naso ai purisit della politica, armi vincenti.
«Ricordiamoci che nei sondaggi la Lega vola molto più in alto rispetto alle ultime elezioni politiche. Segno che questa politica pop funziona. Anche Renzi aveva successo sui social ma la credibilità arriva su quello che fai».
E una delle critiche ricorrenti è appunto che Salvini sta sempre in campagna elettorale producendo poco.
«Rispetto ai suoi alleati, però, le sue promesse sono più funzionali e ottengono nel breve periodo più risultati. Prendiamo l'idea di chiudere i porti. Un'idea condivisa da due terzi degli elettori. E a costo zero, peraltro. Mentre i Cinquestelle fanno promesse economiche che hanno bisogno di anni per essere realizzate e quindi verificate».
L'insistente fuoco di fila di intellettuali e della stampa in generale contro il ministro degli Interni però non sembra dare i risultati sperati, anzi, sembra favorirlo.
«Ciò che accade viene visto da
tutti, me e lei compresi, attraverso un filtro percettivo costituito dal nostro orientamento. Le opinioni posso cambiare soltanto se il politico agisce direttamente contro i nostri interessi. Solo in quel caso cambiamo idea».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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