L' ultimo schiaffo di Salvini a Bossi è quello che gli ha fatto più male. Almeno così la raccontano i suoi più stretti collaboratori.
«Hanno invitato tutti ma si sono dimenticati ancora una volta di me», ha commentato con amarezza il Senatùr quando ha letto la lunga lista di presenze prevista per i dodici incontri di formazione della Scuola Carroccio . Un evento annunciato da tempo e con grande enfasi dal segretario federale della Lega, che ha snocciolato con orgoglio i nomi dei tanti docenti universitari, imprenditori e dirigenti che terranno lezione tra Roma e Milano per la Scuola , da Renato Brunetta a Giulio Tremonti. Tanti anche i giornalisti che prenderanno parte all'evento: Nicola Porro, Maurizio Belpietro, Paolo Mieli. Ovviamente molto forte la presenza delle personalità più in vista del partito come i governatori della Lombardia, Roberto Maroni e del Veneto, Luca Zaia.
Il nome di Bossi però in quella lunga lista non c'è. Dimenticarlo è impossibile visto che è indiscutibilmente lui il padre fondatore della Lega. L'uomo che ha portato il partito con i suoi uomini nei palazzi del potere romano. Il leader che si è imposto con un linguaggio brusco, rozzo ma efficace riuscendo a rappresentare come politica anche la scelta di mostrarsi in canottiera.
Eppure in questo importante «luogo di confronto per avere idee nuove», come lo ha definito Salvini, non si è trovato neppure uno strapuntino per Bossi. Non che lui volesse tenere una lezione, per carità. Non è mai stata quella la cifra della sua partecipazione alla vita del partito. Ma certo almeno un invito ufficiale per fare presenza a lui che incarna la storia della Lega sì, quello se lo aspettava.
Non a caso nella mostra allestita a Montecitorio con le Immagini della prima Repubblica nelle Tribune della Rai campeggia anche un primo piano di quel giovane Bossi che ha indubbiamente avuto un ruolo chiave nella politica italiana degli ultimi 30 anni. Ci sono tutti, da Giulio Andreotti a Silvio Berlusconi e c'è anche Bossi.
Dunque la Camera si ricorda di Bossi e la Lega no? Evidentemente l'ex leader della Lega (inciampato nell'inchiesta sulla malagestione dei fondi del partito, sul tesoriere Francesco Belsito e anche in troppe pessime figure che hanno visto protagonista pure il figlio) oggi imbarazza Salvini che passo dopo passo ha anche progressivamente impoverito il ruolo del presidente del partito ancora affidato al Senatùr. Bossi imbarazza Salvini ma non solo. La cavalcata inarrestabile del segretario federale ha conquistato un posto di primo piano nei salotti televisivi ma non ancora nel cuore di tutto il popolo della Lega che aveva invece incondizionatamente amato Bossi. Un popolo oggi più variegato e anche più diffidente dopo tante delusioni e che Salvini dovrebbe riuscire a sedurre presto, prima che si tengano i congressi delle Regioni del Nord dai quali i candidati di Salvini rischiano di uscire sconfitti dai candidati dei governatori, come quel Toni Da Re sostenuto da Luca Zaia in Veneto.
Intanto oggi la Scuola Carroccio parte a Roma con un incontro dal titolo «Nascita ed evoluzione dello Stato Moderno» a Palazzo Rospigliosi. Tra Roma e Milano parteciperanno alle lezioni 300 alunni.
«In Italia c'è un pensiero unico preoccupante per cui se non sei renziano sei una bestia. - commenta Salvini - La disfatta di Marino e di Renzi potrebbe generare nei cittadini una voglia di partecipazione. In questo Paese c'è un disperato bisogno di normalità».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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