Dalla carta al digitale: l'informazione cambia ma i giornalisti restano

Paolo Sciortino

Milano Dove va il giornalismo entrato nell'era digitale? Chi sono i lettori del futuro, che oggi è già presente, nell'interazione spazio-tempo che travolge le proporzioni del vivere quotidiano? Quale sarà l'esito delle mutazioni genetiche dell'informazione di massa, alla svolta epocale che separa Gutenberg da Zuckerberg? Questioni dibattute ieri, in un caveau nascosto tra volte romaniche nei sotterranei di Milano, in pieno centro, tra alcune delle personalità note del mondo dell'informazione nazionale. L'incontro, con il titolo di medi@gorà, culminato ieri al termine di una intensa due giorni, era stato promosso e organizzato da Chiamamilano, l'associazione di Milly Moratti, negli spazi sotterranei del Negozio Civico di via Laghetto.

A sostenere le loro tesi sono intervenuti, oltre al direttore de Il Giornale, Alessandro Sallusti, Enrico Mentana (La7), Peter Gomez (Il Fatto), Gino e Michele (Smemoranda), Michele Migone (Radio Popolare), Gianluca Nicoletti (Radio 24) e altri esponenti celebri della comunicazione giornalistica tradizionale, chi da più chi da meno tempo impegnato nel passaggio fatale al web. Tutti d'accordo su un punto: il giornalismo, come mestiere specialistico la cui competenza è nella mediazione tra i fatti e la loro narrazione, la selezione delle notizie e la somministrazione al pubblico dei lettori, degli ascoltatori e degli spettatori, non morirà. È solo destinato a cambiare modi e tempi, a stabilire nuove relazioni e interazioni, come successe agli aedi e ai cantastorie quando il mondo fu allargato dai caratteri a stampa, e come quando le lettere a stampa lasciarono spazio alla diffusione globale di immagini e suoni, per trasferire informazioni.

Il pubblico di medi@gorà, che intende riproporsi come un festival del giornalismo on line, pur nell'intimità del debutto seguito da decine di migliaia di utenti social, era composto da un manipolo attento di giovanissimi (tra i 16 e i 19

anni) sperimentatori del nuovo codice di divulgazione delle notizie: gli Jedi inviati in Italia a tappe per raccontare le trasformazioni del mondo con interviste allo smartphone che vivranno e prenderanno forza nella rete.

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