Caccia alle carte di credito di Open date ai parlamentari ​per i rimborsi spesa

Questa mattina i finanzieri avrebbero cercato anche bancomat e carte di credito, date ai parlamentari come rimborsi spesa

Caccia alle carte di credito di Open date ai parlamentari ​per i rimborsi spesa

È caccia alle carte di credito e ai bancomat dei parlamentari. Durante le perquisizioni di questa mattina ai finanziatori della Fondazione Open, accusata di aver agito da "articolazione di partito politico", i finanzieri sarebbero stati incaricati dalla procura di cercare anche presunte carte di credito date ai parlamentari dalla Open, per i rimborsi spesa.

Sembra, infatti, che la Fondazione vicina a Matteo Renzi, finanziandogli la corsa alle primarie del Pd e le votazioni per il referendum, abbia rimborsato ai parlamentari le spese, mettendo loro a disposizione carte di credito e bancomat. I finanzieri sarebbero anche stati incaricati dalla procura di Firenze, che indaga sulla vicenda, di trovare documenti e ricevute, che dimostrino i rimborsi versati ai parlamentari dalla Open.

Tutto sembra ruotare attorno al presidente della Fondazione, Alberto Bianchi, già indagato a settembre per traffico di influenze illecite e per finanziamento illecito ai partiti. Ma oggi sono state effettuate oltre 20 perquisizioni, in varie città italiane: da Milano e Torino, a Roma e Napoli, passando per Parma, Bari, La Spezia, Pistoia, Alessandria e Modena. Nel mirino sarebbero finiti i finanziatori della Open, i cui nomi erano precedentemente comparsi anche in una lista top secret, sequestrata dalle fiamme gialle a settembre, quando era stato fermato il presidente.

Questo pomeriggio, Alberto Bianchi ha diramato una nota, con la quale intedeva rinnovare la "piena collaborazione con la magistratura, affinché sia fatta chiarezza il prima possibile sull'indagine che mi riguarda". Poi ha specificato che "tutte le entrate e le uscite della Fondazione Open sono tracciabili, perché avvenute con bonifico, carte di credito. È stato fatto tutto alla luce del sole. Messo nero su bianco". Secondo il presidente della Fondazione, si starebbe "facendo una polemica strumentale che potrebbe toccare qualsiasi politico e qualsiasi amministratore".

Gli imprenditori che finanziavano la Fondazione sarebbero indagati, a vario titolo, per reati come traffico di

influenze illecite, riciclaggio, autoriciclaggio, appropriazione indebita, aggravata per danno di rilevante entità, e false comunicazioni sociali. L'indagine riguarderebbe anche il reato di finanziamento illecito ai partiti.

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